Decine i volontari al lavoro sugli argini: «Poche ore di sonno per salvare delle vite»

Gli “angeli del fango” sono i volontari delle varie associazioni di protezione civile nel Basso Piave, da Noventa a Eraclea, passando per San Donà 
SCATTOLIN - DINO TOMMASELLA - SAN DONA'- INTERVENTO DI EVACUAZIONE DI UNA CASA IN GOLENA NELLA NOTTE DI MARTEDI
SCATTOLIN - DINO TOMMASELLA - SAN DONA'- INTERVENTO DI EVACUAZIONE DI UNA CASA IN GOLENA NELLA NOTTE DI MARTEDI

MAlTEMPO. Gli “angeli del fango” sono stati i volontari delle varie associazioni di protezione civile nel Basso Piave, da Noventa a Eraclea, passando per San Donà. Hanno lavorato con i più esperti vigili del fuoco, la polizia locale, i lagunari con i gommoni, le forze dell’ordine in servizio h24, formando squadre che hanno collaborato e lavorato in sinergia. A Noventa, Romanziol, Ca’ Memo, hanno portato i sacchetti di sabbia per cercare di fermare il fiume che impetuoso scorreva a due passi dal centro della cittadina dove persino l’outlet è stato evacuato. Poi sono corsi da una parte all’altra per aiutare la gente in difficoltà.

SCATTOLIN - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' - VV.FF AL LAVORO DOPO L'ESONDAZIONE
SCATTOLIN - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' - VV.FF AL LAVORO DOPO L'ESONDAZIONE


L’assessore delegato alla protezione civile del Comune di San Donà, Walter Codognotto, alla prima vera prova dopo aver ricevute le deleghe dal sindaco Andrea Cereser, non si è mai allontanato dai suoi 12 volontari, sempre in servizio ai quali si sono aggiunti quelli inviati da Venezia e i lagunari.

SCATTOLIN - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' - IL CINEMA CRISTALLO OPO ESONDAZIONE
SCATTOLIN - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' - IL CINEMA CRISTALLO OPO ESONDAZIONE

«Ogni intervento», racconta Codognotto, «è stato emozionante e struggente allo stesso tempo, tutti hanno avuto la loro importanza e fatico a citarne uno più di un altro. Vedere famiglie che devono rinunciare a tutto e lasciare la propria casa è stato difficile anche per noi che li osservavamo impauriti e arrabbiati, alla ricerca di informazioni o conferme che non arrivavano. Perché non puoi mai sapere cosa farà il fiume nelle prossime ore o nei prossimi minuti. C’era chi fino all’ultimo ha cercato di restare a casa e abbiamo dovuto convincerlo, come nel caso di un anziano. Un altro signore in via Lungo Piave superiore a San Donà era anche rientrato verso le 18.30 nel giorno della piena, per prendere delle cose cui era molto legato. Siamo arrivati appena in tempo perché l’acqua si è alzata di nuovo e lo abbiamo portato via immergendoci nel fango. E con lui sono stati tratti in salvo ben sette cagnolini, poi anche i gatti».

SCATTOLIN - DINO TOMMASELLA - SAN DONA'- L'ASSESSORE CODOGNOTTO
SCATTOLIN - DINO TOMMASELLA - SAN DONA'- L'ASSESSORE CODOGNOTTO


«Avevamo 400 sacchetti di sabbia pronti», ricorda ancora l’assessore, «più altri 200 a disposizione. Li abbiamo portati a Ca’ del Passo a Passarella, poi in via Lungo Piave superiore tra il multisala Cristallo e le prime abitazioni, quindi a Romanziol. Purtroppo non sono serviti a molto, anche se spesso danno una percezione di sicurezza alla gente».

Eraclea è stata una delle zone più a rischio perché il restringimento dell’alveo, la folta vegetazione, hanno spinto molto in alto l’acqua che scorreva veloce ed era quasi a un metro e mezzo prima di uscire dall’argine.

Vigili del fuoco, con le squadre speciali Usar (Urban Search and Rescue) per le calamità, e volontari della protezione civile di Eraclea sono rimasti sempre sull’argine. Hanno dovuto anche fermare la gente che voleva salire a vedere il fiume che scorreva impetuoso, rischiando di cadere in acqua. «Sono stati momenti difficili», hanno raccontato i volontari della protezione civile di Eraclea, «tutto poteva accadere nella notte tra martedì e mercoledì, solo alle 23 circa abbiamo iniziato a tirare un sospiro dopo tanta tensione e poche ore di sonno per chi è stato più fortunato».

Dall’associazione “In Cammino con Maria” di Eraclea, che subito ha assistito le famiglie evacuate con le brande a Ca’ Manetti, è giunta un’altra testimonianza di quelle ore frenetiche: «Vedere il prefetto a Eraclea è stato rassicurante, tutti hanno fatto la loro parte, anche le istituzioni a partire dal sindaco Mestre e la giunta. Abbiamo cercato di aiutare soprattutto gli anziani e i bambini, con un sorriso, qualcosa da mangiare e da bere. A volta basta questo per dare coraggio e ripartire». —

Giovanni Cagnassi

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