«Decine di posti di lavoro a rischio»
VENEZIA. Numerosi operai della Palomar, impegnati nei cantieri del Mose alle tre bocche di porto lagunari, dalla prossima settimana saranno costretti a smaltire le ferie con lo spettro della possibile mobilità in tempi brevi. A segnalarlo è la Fiom-Cgil, con una situazione che troverebbe le sue radici nel rinnovo degli appalti sul territorio, e che ieri è stata argomento dello sciopero di quattro ore che ha coinvolto i metalmeccanici di raffineria e del Petrolchimico di Marghera. Un’unica voce per testimoniare la situazione di decine di lavoratori alle prese con il rischio di perdere l’impiego, nel cambio di gestione degli appalti che riguarda sia l’area del Mose che i grandi impianti di Marghera.
«Nonostante Eni abbia dichiarato che i rinnovi dei generici non determineranno problemi occupazionali ne un peggioramento del salario dei lavoratori, visto che non sono previsti ribassi da parte della committente», commentano dalla Fiom metropolitana di Venezia, «queste affermazioni sono però contraddette dalle stesse ditte di appalto che fanno trapelare di aver perso i contratti, o che la riduzione del salario dei lavoratori è la condizione irrinunciabile per vedersi assegnare il lavoro da parte di Eni. Delle due l’una: Eni e le ditte di appalto devono smetterla di giocare sulla pelle dei lavoratori, di contrapporre lavoratori a lavoratori con il solo scopo di ridurre i costo del lavoro e mantenere inalterati i margini di profitto».
Ieri mattina in via dei Petroli numerosi metalmeccanici hanno manifestato il proprio dissenso alla situazione che va creandosi, con rallentamenti del traffico e volantinaggio dalle 7.45 alle 11.45. Presidi sono stati garantiti in raffineria e al Petrolchimico, mentre alle 10.30 una delegazione della Fiom è stata ricevuta in Prefettura. «I lavoratori degli appalti sono impegnati in una durissima vertenza per difendere il proprio posto di lavoro, il salario e i propri diritti», aggiunge il sindacato. «Il rinnovo dei generici assegnati al massimo ribasso da Eni rischia di escludere aziende storiche come pure la Palomar, e mettere a repentaglio decine e decine di posti di lavoro con i licenziamenti e la cassa integrazione. È indispensabile la riconvocazione urgente del tavolo in Prefettura con l’Eni stessa e le ditte di appalto, con l’obiettivo di mantenere l’occupazione anche in caso di cambio appalto; impedire che il rinnovo dei generici da parte di Eni sia usato dalle ditte per abbassare la retribuzione dei lavoratori; verificare le ricadute degli investimenti Eni sull’indotto locale e sulle ditte di appalto».
E sul caso Mose «chiameremo a breve Mantovani e Consorzio Venezia Nuova per fare chiarezza anche su questa vicenda, affinché ci dicano qualcosa sul futuro di questi appalti e dei lavoratori». In ballo ci sono decine di operai con mansioni specifiche come elettricisti, meccanici e carpentieri, tutti dell’area veneziana e con grande esperienza alle spalle.
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