Deciderà il nuovo Governo sulle concessioni balneari

Jesolo. Salta la riforma del settore in discussione al Senato dopo il sì della Camera Vallese (Fiba Confesercenti): «Una decisione entro il 2020, altrimenti si va a gara»
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - JESOLO - CODE ENTRATA JESOLO PAESE E MARE AFFOLLATO
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - JESOLO - CODE ENTRATA JESOLO PAESE E MARE AFFOLLATO
JESOLO. Salta la riforma delle concessioni balneari, gli operatori su terreno demaniale tirano un sospiro di sollievo e per almeno un paio d’anni la spiaggia resterà così com’è per chioschi, stabilimenti balneari, camping e attività sul demanio. Resta un vuoto normativo e la scadenza del 2020. La direttiva Bolkestein che introduce il criterio delle aste per le concessioni ai privati è uno spettro terrorizzante. Le senatrici del Pd che stavano tentando di approvare il disegno di legge entro la fine di questa legislatura, Stefania Pezzopane e Mara Valdinosi, hanno rimesso il loro mandato a causa dell’impossibilità di approvare il provvedimento per le numerose richieste di modifica della norma che le opposizioni volevano apportare.


Il presidente di Fiba Confesercenti Veneto e Veneto Chioschi, Lorenzo Vallese, ritiene che non ci siano più i tempi. «Questa strada di fatto», spiega Vallese, «impedirà di avere i tempi necessari per convertire il ddl in Senato entro la fine dell’anno». La nota del governo precisa infatti che: “Nel corso della seduta congiunta delle commissioni Industria e Finanze è stata affossata la possibilità di un rapido esame e della definitiva approvazione della legge-delega sul riordino delle concessioni demaniali, approvata in prima lettura nei mesi scorsi dalla Camera dei deputati. La proposta del governo di procedere celermente nell’esame di tale provvedimento, rinunciando ai termini per gli emendamenti e passando subito alla sua approvazione, non è stata accolta dagli altri gruppi”. «Salta così il tentativo dell’esecutivo», precisa Vallese, «di riformare il comparto balneare che da molti anni soffre una crisi di investimenti dovuta all’incertezza normativa. Infatti la legge delega, pur con numerosi difetti, e che nei decreti attuativi e nelle leggi regionali e comunali sarebbe potuta essere migliorata, avrebbe sancito alcuni punti fermi nella discussione che ormai si protrae da troppi anni». Nel disegno di legge firmato dall’ex ministro agli affari regionali Enrico Costa era infatti previsto un adeguato periodo transitorio, il riconoscimento del valore commerciale dell’azienda, della professionalità a favore degli operatori esistenti, ed un riordino dei canoni demaniali. «Ora la palla passerà al prossimo governo», conclude, «che dovrà comunque risolvere rapidamente la questione, in quanto le attuali concessioni balneari hanno scadenza il 31 dicembre 2020 e sono da dieci anni in un grave vuoto normativo. Siamo molto preoccupati da questo esito poiché, come detto, se pur migliorabile la norma sanciva alcuni punti determinati per il rinnovo delle nostre concessioni».


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia