Debiti non saldati, fallisce la società di Maniero

L'ex boss con la società intestata al figlio installava nei comuni box per l'acqua depurata. Il fallimento decretato dal tribunale di Brescia

VENEZIA. È stato abituato a scappare da carabinieri e polizia, ora invece dovrà guardarsi dai creditori. La società Anyaquae, riconducibile all’ex boss della Mala del Brenta Felice Maniero, è fallita. Agli atti è il fallimento numero 37/16, sentenza del tribunale di Brescia del 17 febbraio, l’altro ieri. L’Anyaquae, di cui formalmente è amministratore unico Alessandro, figlio di Maniero, è la società per il «commercio all’ingrosso di macchinari per la depurazione e il trattamento di acque», come si legge nella sentenza di fallimento, che i due avevano messo in piedi a Brescia - ma di recente la sede legale era stata spostata a Bolzano - per vendere le “casette” dell’acqua nei comuni di mezza Italia.

Macchinari e filtri che, assicuravano i due, rendevano l’acqua più salutare. Una vicenda sulla quale nel giugno del 2015 aveva acceso i fari la trasmissione Report, di Milena Gabanelli, rivelando come l’azienda fosse di fatto gestita, grazie a una procura del figlio, dall’ex boss della Mala, alias Luca Mori, che era riuscito a fare affari con molte amministrazioni locali, soprattutto nel Sud Italia, forte anche di un ingannevole patrocinio ricevuto dal ministero delle Politiche agricole, sigillo di qualità dell'acqua dispensata. «Un logo usato per errore», aveva poi spiegato Maniero, senza pensare però che quello fosse solo l’inizio della parabola discendente della sua azienda.

Ulteriori approfondimenti avevano infatti reso noto che l'acqua purificata fino a diventare oligominerale - così come veniva presentata - prima di essere filtrata aveva un valore dell'arsenico inferiore ad uno, mentre una volta filtrata, come riscontrato dall'Usl, risultava maggiore di 17. E anche la carica batterica riscontrata risultava eccessiva. Impossibile per Maniero dopo l’intervento di Report e il documento dell’Usl continuare a fare affari. Le amministrazioni locali con le quali era in contatto hanno fatto un passo indietro, e quelle con le quali aveva già firmato un contratto hanno fatto di tutto per recedere.

Pensare che gli affari gli erano anche andati bene: tanto da ricevere una targa dal presidente della Provincia di Bari, Francesco Schitulli, per aver donato all’amministrazione alcuni mezzi per il trasporto del disabili. Foto, stretta di mano e sorrisi: nessuno sapeva che il volto di Luca Mori era in realtà quello di Faccia d’Angelo. Il tribunale di Brescia gli ha dato tre giorni di tempo per presentare bilanci, scritture contabili e fiscali obbligatorie e l’elenco dei creditori. Uno c’è già, è il titolare di una piccola falegnameria di Brescia - la Legnosyle - che ha realizzato gli uffici della società, e che da Maniero-Mori avanza circa 30 mila euro.

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