De Simone: «Il porto offshore ma a 15 chilometri dalla costa»

L’architetto veneziano propone un progetto alternativo al Vgate con la piattaforma collegata alla terraferma da un tunnel che corre sotto il mare

SOTTOMARINA. Il porto container continua a animare il dibattito cittadino. Nel mezzo dei pareri protocollati dalle categorie, contrarie (turismo) o favorevoli (porto), al progetto presentato dalla Vgate, spunta una nuova proposta, formulata dall’architetto veneziano Fernando De Simone.

Un progetto per un porto plurimodale offshore, a 15 chilometri dalla costa, collegato alla terraferma da un tunnel sottomarino. De Simone aveva già avanzato l’idea del porto offshore anni fa, quando si ipotizzava tale soluzione per Venezia, presentandola alle autorità. Ora che il dibattito si è spostato su Sottomarina, con la proposta VGate per un porto container a 2. 5 chilometri al largo di Isola Verde, collegato alla costa da un doppio ponte per il trasporto su gomma e su ferro, De Simone rispolvera la sua idea. «Per il porto offshore di Sottomarina», spiega l’architetto, «si potrebbe utilizzare il tunnel ferroviario sottomarino da me proposto per Venezia. Il costo del tunnel sarebbe di 500 milioni di euro, il costo per l’intero porto 2 miliardi e il tutto si potrebbe realizzare in tre anni. I finanziatori non mancherebbero perché un porto di queste fattezze attirerebbe navi che Venezia non può più ospitare e recuperare traffici oggi dirottati su Trieste e Koper. Un porto a questa distanza dalla costa potrebbe ospitare anche la marittima passeggeri o l’impianto gpl. Potrebbero crearsi 1.000 posti di lavoro diretti, 10.000 con l’indotto». —

E. B. A.

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