De Munari Costruzioni verso il fallimento
CINTO. Non solo i creditori chirografari sarebbero stati pagati poco più dell’1 per cento ciascuno, ma non c’era la possibilità di restituire i soldi ai creditori privilegiati. Così, nei giorni scorsi, il Tribunale di Venezia, sezione fallimentare, ha decisa per la revoca del concordato preventivo della «De Munari Costruzione srl» di Cinto Caomaggiore, una delle maggiori imprese edili della provincia.
I giudici lagunari, però, si sono fermati qui, non hanno emesso la sentenza di fallimento, ritenendo che sia competente a farlo il Tribunale di Pordenone, visto che il comune di Cinto è passato sotto la giurisdizione pordenonese. Toccherà, dunque, ai magistrati della città friulana decidere i prossimi passi. Nell’udienza davanti al Tribunale i titolari della società di Cinto si erano opposti alla risoluzione del concordato che loro stessi avevano proposto due anni fa, ma la relazione del tutto contraria, sulla base dei conti, del commissario giudiziale, il commercialista di San Donà Renzo Bortolussi, non avrebbe lasciato spazio a soluzioni alternative.
Il passivo della ditta superava i trenta milioni di euro e con il patrimonio immobiliare il commissario non sarebbe neppure riuscito a saldare i circa nove milioni dovuti ai creditori privilegiati. La «De Munari» è un’impresa nota ed importante non solo per le realizzazioni compiute ma anche perché i titolari sono stati nominati nel passato ai vertici dell’Associazione costruttori veneziani. Comunque, tra le ultime realizzazioni dell’impresa di Cinto, che ha operato soprattutto nel Veneto Orientale, in particolare nella fascia costiera veneta, a Lignano Sabbiadoro, a Bibione, a Caorle, c’è la ristrutturazione dell’ex cinema Rossini a Venezia e la costruzione del nuovo edificio che ospita l’Archivio comunale di Ca’Farsetti, in via Porto di Cavergnago a Mestre.
L’impresa, comunque, ha una storia che supera i 40 anni: nasce nel 1965 come ditta artigianale, a fondarla Marcello De Munari. Piano piano si ingrandisce e nel 1972 si aggiunge il fratello Giordano. Nove anni dopo nella compagine sociale entra il geometra Lionello Barbuio e gli anni Ottanta sono caratterizzati da una fervida attività soprattutto nel settore dell’edilizia pubblica. Nel frattempo, l’impresa cresce come organico e allarga i propri orizzonti oltre il suo abituale campo d’azione. La sua influenza si estende dal Veneto Orientale e dal Basso Friuli fino a Mestre, a Pordenone, nel Trevigiano. Dal 1995, l’attività si sposta sull’edilizia privata con l’acquisizione di grosse commesse nel campo dell’edilizia turistica. Poi arriva la crisi che lentamente la piega.
Giorgio Cecchetti
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