De Martino, al setaccio i rapporti con Ca’ Farsetti
VENEZIA. La mole di materiale tra concessioni e delibere varie è notevole. Del resto i componenti del Tavolo di supporto integrato delle forze di polizia sono rimasti un’intera giornata nella sede dell’Assessorato al Patrimonio e alla Casa del Comune a palazzo Mocenigo. Sono stati recuperati tutti i documenti che riguardano gli anni in cui le società di Antonio De Martino hanno gestito le spiagge e delle attività ad esse collegate.
Il nuovo accesso ad atti del Comune è stato deciso dopo l’analisi di tutto il materiale che ha portato all’interdittiva antimafia nei confronti dell’imprenditore De Martino. Infatti dall’analisi dei carabinieri del Ros, del 2008 e del 2009, è emerso che praticamente De Martino quasi esclusivamente lavorava con il Comune di Venezia. Ora la Prefettura, attraverso il tavolo interforze, vuole capire se questi rapporti erano basati sul rispetto della legalità oppure no. Su quegli anni e sulle attività di De Martino, imprenditore trasferitosi dalla Calabria al Lido, per anni hanno indagato la Procura Antimafia di Venezia e il Ros dei carabinieri. In particolare gli investigatori hanno cercato se le società di De Martino non erano altro che delle “lavatrici” per il denaro sporco che proveniva dall’attività dell’ndrangheta. Inoltre la lente di ingrandimento del pm antimafia Paola Tonini era puntata sui rapporti tra il Comune di Venezia e De Martino, per verificare che non ci fossero forme di corruzione. Nulla è emerso da quell’indagine.
Ora l’imprenditore non ha alcun tipo di contratto con nessuna amministrazione pubblica e anche quando amministrava le spiagge dell'ex Ciga al Lido, lo faceva come appaltatore di servizi, non come concessionario delle spiagge dal Demanio. Anche due giorni fa, alla notizia della nuova verifica, De Martino si è detto tranquillo. «Questi controlli mi sorprendono, ma nello stesso tempo mi rendono felice: più controlli fanno più si renderanno conto che indagando su di me stanno facendo un grave errore, perché sono un imprenditore onesto e non ho niente da nascondere».
I suoi legali, l'avvocato Renato Alberini e l'avvocato amministrativista Pier Vettor Grimani, stanno preparando il ricorso al Tribunale amministrativo regionale, per chiedere ai giudici di sospendere il provvedimento antimafia di interdizione, assunto dalla Prefettura. L'interdittiva antimafia è una forma di atto di prevenzione e comporta che De Martino non possa partecipare ad appalti pubblici, ma non gli impedisce di avere licenza per costruire una casa o un esercizio commerciale.
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