Darsena Dec, progetto presentato «Dubbi sul beneficio pubblico»

In commissione l’intervento edilizio in via Torino che prevede una torre di 45 metri. Ferrazzi critico: «Perché i costruttori dovrebbero ridurre il valore dell’immobile?». Crovato: «Non tornano i conti»
Di Marta Artico

È stato illustrato ieri in commissione comunale l’intervento edilizio nella darsena Dec di via Torino, dove dovrebbe sorgere una torre residenziale con vista sul Canal Salso, la “Tower docs” che la giunta Brugnaro ha approvato in giunta nelle scorse settimane. L’intervento ha l’obiettivo di riqualificare l’area tra gli ex magazzini e il Laguna Palace. Proponente la Immpart Srl di Padova, progettista Andrea Berro. L’intervento vede la demolizione del fabbricato oggi usato come rimessa per le barche e negozio per accessori e ricambi, costruendo una torre di 15 piani, 45 metri, ad uso commerciale, direzionale e residenziale. Previsti 48 alloggi, un blocco direzionale composto da due edifici collegati e una ventina di uffici. Il basamento comprende l’area di servizio alla darsena (autorimesse, magazzini e vani tecnici) mentre i parcheggi, la viabilità e il verde pubblico rimangono a terra.

«Il progetto valorizza il territorio e merita massima attenzione ma dev’essere perfezionato», commenta il consigliere di Forza Italia Saverio Centenario. «Parcheggi, verde e manutenzione siano pubblici, dev’essere messo per iscritto: non siamo sfavorevoli, ma il beneficio per la città oggi sembra molto limitato e dev’essere certificato meglio».

«Non entro nel merito del progetto», spiega il capogruppo del Pd, Andrea Ferrazzi, «ma pongo la questione fondamentale del beneficio per la comunità: siamo in presenza di un ampliamento di destinazione d’uso. Come si può sostenere, come si legge nella relazione, che si riduce il valore dell’immobile? Dov’è quell’imprenditore che chiede di fare un modifica per ridurre il valore di un immobile di 800mila euro? Nella documentazione i proponenti dicono che non dovrebbero dare nulla, ma siccome sono buoni contribuiranno volontariamente con 200mila euro o poco più».

«Questo progetto», ha aggiunto il consigliere Nicola Pellicani, «va raccordato con gli interventi residenziali in corso, come l’ex Mof, e con lo sviluppo dell’area di viale San Marco angolo via Sansovino, tenendo presenti strade, servizi». «Quello che chiediamo, oltre al ragionamento sul beneficio pubblico», sottolinea Deborah Onisto, «è che si vincolino quei duecentomila euro, se bastano, a una pista ciclabile per far comunicare l’area scolastica di Mestre con quella universitaria di via Torino mediante una passerella a scavalco del Canal Salso».

«Il beneficio pubblico è fumoso», rincara il grillino Davide Scano. Chiaro anche il consigliere del gruppo misto, Maurizio Crovato: «Il canal Salso è vincolato come spazio acqueo, bisogna mantenere la pedonalità e uno spazio per le barche dei mestrini. Fanno appartamenti per venti milioni di euro e un’oblazione al Comune di 200mila? Non torna».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia