Danni per un milione e il virus si diffonde
CAMPAGNA LUPIA. In tre giorni, da quando è scoppiata l’emergenza aviaria, solo nella zona fra la Riviera del Brenta e il Piovese ci sono stati danni per quasi un milione di euro e 750 tonnellate di carne di tacchini da ingrasso dovrà essere bruciata. Ambientalisti e cacciatori dell’area lagunare lanciano un ulteriore allarme per il rischio che l’epidemia del virus H5N8 si diffonda a tutta la fauna selvatica che in questo periodo si trova nella laguna di Venezia, da Chioggia a Portogruaro.
Ieri mattina – Mira l’ha firmata lunedì, martedì Piove di Sacco – anche il Comune di Campagna Lupia ha emesso un’ordinanza di abbattimento dei tacchini presenti negli allevamenti in cui è stata riscontrata l’infezione. «Ho dovuto emettere», spiega il sindaco Fabio Livieri, «un’ordinanza di abbattimento di circa 5 mila tacchini presenti nel nostro territorio comunale, in un allevamento ai confini fra il nostro Comune e quello di Piove di Sacco, nella frazione di Lova alla fine di viale San Marco in località Cavaizza. C’era stato anche un allarme da un capannone di allevamento di tacchini a Cona, allarme che a quanto mi riferiscono le autorità veterinarie è rientrato perché infondato». Complessivamente quindi 43.500 tacchini (20.500 a Giare, 17 mila a Piove, 5 mila a Campagna Lupia) verranno abbattuti e inceneriti entro una settimana. I tacchini da ingrasso pesano anche fino a 20 chili.
I focolai di influenza aviaria riscontrati negli allevamenti hanno portato all’emanazione da parte della Regione di un’ordinanza che dispone una serie di misure restrittive per contenere la diffusione del virus. Sono state create così zone protette e zone sorvegliate. Ad abbattere i tacchini sono state incaricate anche a Piove e Campagna Lupia ditte specializzate simili a quelle che stanno lavorando a Giare, con operatori muniti di tute e mascherine. A Mira all’azienda “Alca” in via Giare, nell’omonima località a ridosso della barena, da tre giorni l’abbattimento dei tacchini infetti procede spedito. Gli operatori dopo aver ucciso il pollame infetto ne caricano le carcasse su dei cassoni e poi le bruciano. «Tutto procede», spiegano in Comune, «a ritmo spedito senza intoppi e con il coordinamento delle autorità sanitarie. Per la fine della settimana i tacchini dell’allevamento di Giare saranno completamente eliminati».
Intanto però scoppia anche un’altra preoccupazione, quella cioè che possa diffondersi l’epidemia in modo incontrollato anche per quanto riguarda la fauna selvatica della laguna veneziana, prede dei cacciatori: germani reali, alzavole volpoche . Sarebbero in pericolo anche specie protette come gli aironi cinerini. «Va fatto», spiega per il gruppo ambientalista Vas Francesco Vendramin, «un controllo immediato sulla fauna selvatica per verificare se ci sono animali ammalati ed evitare che migrando vadano ad infettare altre zone del pianeta». Il problema lo solleva anche Piergiorgio Fassini, dell’ambito di caccia: «Molti cacciatori si chiedono qual è lo stato di salute degli animali selvatici. Quello che è chiaro è però è che in natura il grado di trasmissione del virus fra gli esemplari è più lento rispetto agli allevamenti dove pollame e tacchini sono stipati in pochi metri quadrati per l’ingrasso».
Alessandro Abbadir
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