Danni all’allevamento condannati due stranieri

Musile. Un anno ciascuno ai ladri che devastarono l’impianto elettrico L’obiettivo era di rubare rame: il titolare Bisiol fu costretto a chiudere l’azienda
F.GAVAGNIN (MUSILE)ALLEVAMENTO BISIOL IN VIA F;FILZI A MUSILE DI PIAVE F.GAVAGNIN MUSILE ALLEVAMENTO BISIOL
F.GAVAGNIN (MUSILE)ALLEVAMENTO BISIOL IN VIA F;FILZI A MUSILE DI PIAVE F.GAVAGNIN MUSILE ALLEVAMENTO BISIOL

MUSILE. In aula al giudice monocratico Fabio Moretti, a Venezia, ha raccontato che dopo l’irruzione di quei quattro ladri ha dovuto chiudere l’azienda di Musile. L’imprenditore e allevatore Gualtiero Bisiol ha testimoniato contro due giovani romeni che, assieme ad altri due rimasti ignoti, erano piombati la notte del 21 luglio di tre anni fa nella sua azienda e avevano smontato cabine elettriche e altre apparecchiature che davano la corrente e alimentavano dieci capannoni dove allevava il pollame. Volevano rubare il rame e lo avevano accatastato per portarselo via, ma non erano riusciti nel loro inteno e in due erano stati bloccati. Ieri, il magistrato veneziano ha condannato ieri Rafael Denis e Ioan Nicoera, rispettivamente 24 e 27 anni, a un anno di reclusione e 300 euro ciascuno.

Bisiol ha portato in aula anche le fotografie del disastro che avevano combinato i quattro ladri: per estrarre tutti i raccordi in rame avevano prima spento l’alimentazione elettrica, quindi avevano smontato cabine e apparecchiature. Non era la prima volta che accadeva e in quell’occasione i vicini avevano notato l’arrivo di quattro uomini in bicicletta, una circostanza piuttosto insolita nel cuore della notte. Così, avevano avvertito l’allevatore, il quale aveva capito che potevano essere i ladri ed era intervenuto assieme ad alcuni dipendenti. Quando erano arrivati i ladri erano ancora al lavoro, due di loro però erano riusciti a scappare, mentre i due processati ieri erano stati bloccati. Il rame era ancora a terra, in attesa di essere prelevato, ma il danno ormai era già stato compiuto, visto che per prenderlo avevano smontato cabine e apparecchiature. «Anche a causa loro», ha spiegato Bisiol, «sono stato costretto a chiudere quell’azienda».

Anche Bisiol, comunque, è stato dall’altra parte della sbarra: ha dovuto subire un processo, infatti, a causa dei suoi allevamenti di pollame per aver smaltito in modo irregolare rifiuti organici: stando alle accuse avrebbe sparso il letame per il campo intorno attirando in questo modo migliaia di mosche che hanno invaso le case dei residenti. Da anni, ormai, nella zona gli abitanti protestano per l’invasione di questi fastidiosi insetti, che sarebbe attratti proprio dal letame degli allevamenti avicoli e, alcuni giorni fa, gli abitanti di ben tre comuni confinanti si sono schierati contro un nuovo allevamento che dovrebbe sorgere a Losson. In quell’occasione, tre anni fa, Bisiol aveva patteggiato una pena di quattro mesi di reclusione con la sospensione condizionale. Negli ultimi mesi, inoltre, è stato uno dei protagonisti della vicenda Agrivillage.

Giorgio Cecchetti

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