Danni al bimbo per il parto L’Asl 13 denunciata in Procura
DOLO. La storia del drammatico parto che il giorno di Santo Stefano del 2014 ha provocato danni gravi a un neonato all’ospedale di Dolo è finita in Procura della Repubblica dopo che lo scorso marzo la denuncia era stata raccolta per prima e resa pubblica dal Tribunale del Malato di Dolo. Nella querela, contro il personale sanitario e amministrativo dell’Asl 13 , firmata dai genitori del bimbo e da due legali incaricati dalla coppia, è stata raccontata la sequenza di avvenimenti.
La donna al nono mese di gravidanza si è recata per la prima volta in ospedale a Dolo la sera della vigilia di Natale dopo aver avvertito le prime contrazioni, ma è stata subito dimessa. La donna però si è ripresentata in ospedale la mattina seguente ed è stata ricoverata. Il 26 dicembre è stata accolta in sala travaglio, e qui in assenza di anestesisti disponibili, la donna sarebbe stata sottoposta a un’ora di doccia calda secondo le accuse della coppia. Quando è avvenuta la rottura spontanea del sacco amniotico, il parto non sarebbe proseguito a causa della posizione non corretta del feto.
Nella querela si spiega che ad assistere la donna c’era soltanto un’ostetrica, mentre il primo medico è arrivato solo in serata negando la possibilità di utilizzare la sala operatoria per un cesareo. Soltanto dopo le 23, sempre secondo la versione dei due giovani, sarebbe arrivato anche il ginecologo (il dottor Andrea Stampini) che ha insistito anche in questo caso per non far fare un cesareo. Alle 23.25 è riuscito ad estrarre il feto, nato vivo ma con gravi sofferenze. Il piccolo, viste le condizioni è stato trasferito a Padova.
A tre mesi dalla nascita, i danni sul piccolo sono gravi. Nella querela si parla di «asfissia perinatale, paralisi del presso brachiale del braccio sinistro, crisi convulsive». L’Asl 13 promise con il direttore generale Gino Gumirato un’indagine interna. Ad ora non se ne conoscono gli esiti.
Alessandro Abbadir
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