Dall’Europa 500mila € per la cantieristica e i nuovi apprendisti

Franco Crea: «Gli allievi li abbiamo già e sono bravissimi» I giovani imparano il mestiere accanto ai maestri d’ascia
Di Alberto Vitucci

Cinquecentomila euro per formare i giovani ai mestieri tradizionali e alla costruzione di barche tipiche. È stato approvato in questi giorni il progetto europeo «Youinherit», promosso dalla Marco Polo System e dalla Municipalità di Budapest. Fondi dell’Unione europea distribuiti a cinque nazioni dell’Ue: a Venezia con la Regione, la Marco Polo e “Civiltà dell’Acqua” per il progetto sulla costruzione di barche tradizionali; la Slovenia (le saline della costa), la Polonia (la produzione di birra), la Croazia (gli antichi uliveti), l’Ungheria (le cantine).

«Una possibilità per avvicinare i giovani ai mestieri tradizionali che rischiano di scomparire», dice l’amministratore unico di Marco Polo Pietrangelo Pettenò. Corsi di formazione, promozione e cultura tradizionale da diffondere. Per dare una mano a chi prova a resistere. È il caso del Consorzio della cantieristica minore alla Giudecca. Uno dei luoghi simbolo della rinascita produttiva dell’isola. «Qui gli apprendisti ci sono già, e sono bravissimi», dice con orgoglio Gianfranco Vianello “Crea”, campione della Regata Storica e costruttore di gondole. Ma anche pescatore, regatante. In una parola, l’incarnazione della cultura e della tradizione veneziana. Lui ha costruito più barche e gondole di tutti gli altri. Con tecniche anche di avanguardia e non sempre apprezzate dai “tradizionalisti”. «Ma il compensato marino lo usava anche Nino Giuponi», dice, «Venezia si è sempre adattata alle mutate condizioni, le barche non possono essere più quelle di tre secoli fa».

Con Crea lavorano i giovani Francesco Stengel e Francesco Forte, insieme alla maestra d’ascia Silvia Scaramuzza. Pochi metri più in là Roberto Dei Rossi e Dino Tagliapietra. E poi fabbri, motoristi, tappezzieri, indoradori, remeri.

Un mondo che vive anche nell’isola della Certosa dove i tra fratelli buranelli Vidal tengono viva l’antica tradizione della costruzione di barche in legno. Cantieri che resistono, come quelli di Roberto Tramontin e quello di San Trovaso dove riparano le gondole.

Ma la fatica è tanta. I costi proibitivi. Più facile farsi una barca in plastica, che ha bisogno di meno manutenzione e poi non è riparabile né smaltibile. Il progetto europeo dovrebbe dare nuovo impulso a queste attività della cantieristica tradizionale. Per cui la politica ha speso negli anni tante parole mantenendo poco le promesse. Un obiettivo ambizioso, che potrebbe dare lavoro ai giovani oltre il turismo. Sotto la scuola dei grandi maestri, a cominciare da Franco Crea, che allevano generazioni di nuovi squerarioli. Prima manifestazione, un convegno delle città interessate a Venezia in maggio.

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