Dalle calli sconte al set permanente: il sesso al tempo dei social
Un secondo video immortala un’altra coppia focosa. Anche in questo caso non è sfuggita all’occhio elettronico
la storia
Forse, come si dice, sentivano la primavera e si sono lasciati travolgere dall’eccitazione del Carnevale. Di certo non avevano freddo, né timore, né vergogna; né - ahiloro - immaginavano quello che, in realtà, avrebbero dovuto sapere. Nulla sfugge al radar dei social, men che meno in una città come Venezia, dove la telecamera dello smartphone non dorme mai, figuriamoci quando c’è da farsi belli con l’amplesso degli altri.
La prima storia è nota. Una coppia di quasi quarantenni è stata vista, incitata e filmata mentre, lui ancora vestito, lei con la terza di seno per aria, si accoppiava scomodamente dietro la rete di un cantiere ai piedi del ponte di Calatrava.
I due, che hanno rischiato l’arresto, non hanno fatto in tempo a ricomporsi e (probabilmente) a rinsavire che dall’altra parte della città, dietro Piazza San Marco, due ragazzi che potevano essere i loro figli lo facevano altrettanto scomodamente, in piedi, contro il muro di una casa, in un campiello che sembra uscito da una commedia di Goldoni.
la maschera
In questo secondo episodio lei ha una maschera da gatta, lui le orecchie da coniglio, profetiche. L’amplesso, infatti, dura pochi secondi. Vuoi perché sentono i passi di qualcuno, vuoi perché è pieno giorno, i due ragazzi sembrano avere quasi più fretta di finire che non di iniziare. Ma anche per loro è troppo tardi.
La telecamera occhiuta di un albergo li riprende, chi sorveglia la telecamera s’indigna - «ma siamo fuori? ma sono matti?» - però non spegne il monitor, partecipa, guarda l’orologio e poi sbotta: «Già finito?».
A quel punto, chi ha visto poteva semplicemente raccontare la storia agli amici, per riderci su, e invece non resiste a un altro istinto, quello di condividerla con il resto del mondo. Sul web, la sporcacciata di gioventù diventa così di pubblico ludibrio, spogliata di ogni trasgressione, spavalderia o, semplicemente, stupidità.
il voyerismo
Diventa il video del giorno, come la barzelletta o l’oroscopo, cliccato all’infinito per vedere se qualcuno riconosce qualcuno, se davvero lui ha sbattuto la testa contro i gradini del ponte mentre lei gli montava sopra come una Erinni; se davvero la ragazza del campo era già senza mutande; cose così.
Il voyerismo è un attimo. Accadde anche a luglio scorso, quando un’altra coppia, che sentiva l’estate, entrò nell’immortalità della rete mentre si spupazzava all’imbarcadero di Rialto. Wathsapp si surriscaldò anche in quella circostanza, chi gridava allo scandalo era in realtà chi metteva più faccine, mentre sarebbe bastato ricordare come il ponte delle Tette, o calle del Buso, nei secoli prima di Facebook, valevano alla luce del sole quel che promettevano. —
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