Dalla Scozia a Venezia. Quando il cammino diventa forma d’arte

Il 40enne Anthony Schrag ha percorso 2.500 chilometri con una piccola quercia in memoria dei caduti della Grande Guerra
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 01.10.2015.- Anthony dalla Scozia a Venezia a piedi.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 01.10.2015.- Anthony dalla Scozia a Venezia a piedi.

VENEZIA. Sul ponte della Libertà si scorgono un bastone da pellegrino rosso brillante, una piccola pianta di quercia, uno zaino azzurro intenso e un cappello di paglia. Individuano l’artista scozzese Anthony Schrag che dopo 111 giorni di cammino e 2.500 chilometri percorsi a piedi arriva a Venezia.

Il vento gli sferza il viso, la pioggia glielo bagna, lui sorride e abbraccia tutti ad uno ad uno: «Mi accoglie un tempo meteorologico scozzese.È stato un pellegrinaggio indimenticabile ma com’è difficile raggiungere questa città! All’inizio del ponte ci sono lavori in corso, poi un incidente. Il mio sogno non finisce, inizia in questo momento».

Schrag è partito da Huntly nell’Aberdeenshire (Scozia) con una piccola pianta di quercia in memoria della prima guerra mondiale: oggi la pianterà nel suolo veneziano con una cerimonia semplice. Il lungo viaggio dell’artista (30 chilometri al giorno) è iniziato lo scorso 13 giugno, festa di Sant’Antonio, uno dei santi più noti per i pellegrinaggi. Ha attraversato Scozia, Inghilterra, Francia, Svizzera e raggiunto l’Italia scavalcando le Alpi. Ultime tappe Padova, Mestre, Piazzale Roma. Ad attenderlo, verso le 12, numerosi amici e una classe di studenti irlandesi della Limerick School of Art and Design. Arrivavano da Milano, accompagnati dalla docente Marilyn Lennon: «Siamo venuti appositamente perché conosciamo e apprezziamo Anthony Schrag e la sua arte itinerante. Il suo messaggio di libertà, di arte informale e sociale è un esempio per noi».

Anthony Schrag è un artista, nato in Africa, precisamente nello Zimbabwe: compirà quarant’anni il 26 ottobre. Ha vissuto a Vancouver (Canada) e ora risiede a Edimburgo (Scozia). Si è diplomato presso la Scuola d’Arte a Glasgow. È ammiratore di David Harding e del suo lavoro pionieristico in arte socialmente impegnata. La sua arte, “il cammino partecipativo”, non realizza oggetti per mostre. Schrag lavora con la gente di differenti culture e religioni. Durante i percorsi, che l’artista definisce “pellegrinaggi contemporanei” conversa con le persone e incontra artisti per creare uno scambio con varie realtà e portare nuove domande alla sua ricerca. Ha partecipato all’Art Festival a Edimburgo e a Londra. Tra gli eventi: “The Third Space”, “Privilege is a Prison” (Johannesburg), “White man”. Il progetto “Lure of the Lost”, dalla Scozia alla Biennale, è stato ideato da Deveron Arts, un ente non profit che da vent’anni si occupa di pratiche artistiche partecipative in terra di Scozia.

Nel gruppo anche l’ideatrice e la curatrice del progetto Lure of the Lost (Richiamo del passato), Claudia Zeiske, direttrice dell’organizzazione di arte contemporanea Deveron Arts, che ricorda: «La Biennale ha respinto la proposta dell’artista Schrag. Così è stato pensato questo pellegrinaggio contemporaneo che pone domande sull’evento venerato dal mondo dell’arte e riflessioni su cosa significa viverlo dal di fuori. Il progetto “The Lure of the Lost” vuole interrogare sul ruolo dell’arte partecipativa nel sistema contemporaneo, esplorare l’arte sociale, creare un processo dialogico e dialettico, mettere in discussione il significato della Biennale e porre in evidenza la relazione dell’arte e del camminare come pratica artistica».

Dal ponte di Calatrava alla Biennale passando per la Strada Nuova, Piazza San Marco, i giardini di Sant’Elena: durante il percorso Schrag suscita curiosità nei veneziani e nei turisti: «Chi sei? Da dove vieni? Dove stai andando?». Lui, pantaloni corti, t-shirt, passo veloce per raggiungere la meta, alza felice la sua piccola pianta di quercia. Dottorando all’Università di Newcastle ha realizzato progetti e mostre in Canada, Usa, Messico, Cina, Ungheria, Norvegia, Danimarca, Olanda, Germania, Inghilterra. L’artista risponde: «Oggi (ieri, ndr) è il giorno della mia Biennale. Non dimenticherò mai questo pellegrinaggio contemporaneo, sociale, personale, umano. Cambierà per sempre la mia vita, la mia arte partecipativa, il mio processo artistico di coinvolgimento». Durante le numerose tappe ha alloggiato negli alberghi, è stato ospite di amici e di persone sconosciute: «Il viaggio è stato faticoso, ma le esperienze con la gente sono state fantastiche, meravigliose». Presto tornerà in Scozia. In aereo.

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