«Dalla Regione un tornado burocratico»

Per i danni dalla tromba d’aria moduli oscuri e pochi soldi. Un terzo delle famiglie rinuncia ai contributi: «Una presa in giro»
Di Alessandro Abbadir

PIANIGA. Un vero e proprio “tornado di burocrazia” si abbatte sulle teste delle famiglie della Riviera del Brenta che sono state colpite dalla disastrosa tromba d’aria dello scorso 8 luglio a Mira, Dolo e Pianiga. A restare assolutamente allibiti dal pasticcio combinato dalla Regione Veneto sono infatti i residenti delle zone e gli amministratori dei paesi. Al punto che in tanti hanno annunciati di non voler fare nemmeno domanda per attingere ai fondi regionali.

Nonostante gli annunci, arrivati sotto Natale da parte della Regione, sulla disponibilità a liquidare i soldi stanziati, la “massa burocratica” chiesta da Palazzo Balbi sembra essere davvero proibitiva. Tanto che molti dei presenti alle assemblee li hanno definiti “spot Natalizi della giunta Zaia”: alla fine tanti annunci si sono risolti in quella che i sindaci stanno definendo “una presa in giro della povera gente”.

Il sindaco di Mira Alvise Maniero la scorsa sera durante una pubblica assemblea non ha nascosto di «comprendere perfettamente lo sconforto di chi deciderà di non fare più alcuna richiesta alla Regione perché oberato da troppi documenti da produrre per poi ricevere solo qualche spicciolo di fronte all’entità del danno subito».

Già in estate la Regione aveva sbagliato la modulistica, presentandone una diversa da quella richiesta dallo Stato. Alla vigilia di Natale la Regione ha annunciato in pompa magna che la Ragioneria regionale aveva emesso gli ordinativi di pagamento di tre milioni di euro ai Comuni di Dolo, Mira e Pianiga da assegnare ai privati come contributo per il ripristino dei danni alle abitazioni a seguito del tornado. Dei tre milioni, circa 111 mila euro vanno al comune di Mira, circa 2 milioni di euro a Dolo e 881 mila euro a Pianiga.

«Una cosa incomprensibile», ha urlato un residente di Porto Menai in assmblea, «se per 150 euro di rimborso al massimo vale la pena di perdere intere giornate per produrre documenti che poi alla fine non vanno mai bene e vanno sempre rifatti. E non ci saranno anticipi».

Gli uffici tecnici del Comune di Mira hanno ammesso che i documenti richiesti dalla Regione sono molto più complicati di quelli chiesti dal Comune e dal Governo e mettono a disposizione meno soldi. È emerso infatti durante l’assemblea che il contributo della Regione potrà coprire al massimo il 10% del danno effettivamente subito e solo per le case non per pertinenze o aziende. Insomma un’inezia. «I cittadini», spiega il sindaco di Pianiga Massimo Calzavara, «sono furiosi per quello che sta succedendo. Sono investiti da un vero e proprio tornado di burocrazia assurda e oscura. Per aiutarli con le tante domande che si fanno nei moduli regionali ho dovuto riaprire l’ufficio tornado in Municipio. Stimiamo che un 30% delle persone colpite dall’evento che avevano presentato domanda per accedere ai fondi comunali stavolta non la faranno. Alle persone ed imprenditori colpiti la vita andava semplificata, non complicata».

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