Dalla mostra all’Antares alla bioraffineria

Nel corso dell’ultima visita organizzata il giro degli impianti produttivi ancora attivi di Eni

MARGHERA . Gli “itinerari guidati” del centenario di Porto Marghera cominciano dalla mostra allestita ad Padiglione Anteres del Parco Vega, dove sono stati allestiti sei grandi pannelli che illustrano tutti cicli produttivi sviluppati negli anni, dalla raffinazione del petrolio, al ciclo del cloro, con tanto di cronologia dei cento anni di storia di Porto Marghera. Un vero e proprio centro documentale e informativo che permette di avere una visione di insieme della complessa articolazione della zona industriale e della sua storia, con un forte accento sulle produzioni contemporanee e sugli scenari di trasformazione.

Tute blu e gialle da lavoro, attrezzature e prodotti delle industrie chimiche, alimentari, siderurgiche, navali e logistiche; nella mostra che resterà ancora aperta all’Antares, c’è perfino un canarino in gabbia, finto, a ricordo del vecchio e per fortuna superato metodo adottato dagli operai del Petrolchimico che, al pari dei minatori sardi, mettevano un uccellino vivo in gabbia nei reparti a rischio di fughe di gas per capire quando occorrenza mettersi la maschera antigas o fuggire. La mostra e le brevi lezioni di storia industriale sono la prima tappa degli itinerari che poi portano i percorsi di visita a Porto Marghera, via terra e via acqua, promossi proprio per «far conoscere la realtà industriale, portuale e di servizi, le fabbriche e le produzioni vecchie e nuove, le innovazioni tecnologiche, il lavoro quotidiano». I promotori degli itinerari sono il Comune di Venezia, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Vega Parco Scientifico Tecnologico, la Città Metropolitana, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Vela, Actv, la Fondazione Gianni Pellicani e l’Ufficio scolastico regionale. Ieri, in accordo con l’Ordine dei giornalisti del Veneto, è stato organizzato l’ultimo itinerario, con visita dalla raffineria dell’Eni, l’unica al mondo che è stata riconvertita alla produzione di biodiesel miscelato al 15% con oli vegetali non edibili, come l’olio di palma, resti animali e olio di frittura raccolto da Veritas.

Durante la visita in bioraffineria c’è stata anche una dimostrazione dei vigili del fuoco interni che hanno simulato un intervento in un serbatoio con un principio d’incendio. Abordo di un pullman i giornalisti sono stati accompagnati negli impianti di proprietà di Eni dismessi e gestiti dalla controllata Syndial che li ha già in buona parte demoliti ha provveduto, o sta provvedendo, a metterli in sicurezza e bonificarli. I giornalisti hanno potuto vedere anche la postazione di drenaggio delle acque di falda e al relativo impianto di trattamento; e, infine, c’è stato una visita nella moderna sala di controllo di Versalis, anch’essa dell’Eni, che trasforma la virgin nafta in etilene e propilene, nell’impianto cracking e aromatici, che vengono venduti in loro e inviati, via pipe-line, nei petrolchimici emiliani.

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