Dalla malattia al pancreas alla maratona di Venezia: così ho vinto il cancro
NOALE. Una ventina di minuti davanti alle telecamere de La prima volta, intervistato da Cristina Parodi. Domenica il noalese Fabrizio Stevanato ha raccontato la sua storia su RaiUno, partendo dalla malattia al pancreas diagnosticata ad aprile dello scorso anno, la delicata operazione, la rinascita, la perdita di peso di 32 chili, l’ultima maratona di Venezia del 28 ottobre scorso, senza essere mai stato uno sportivo. La sua vicenda ha incuriosito gli autori del programma e, dalle 17.50 alle 18.10, il 44enne ha potuto far sapere all’Italia cos’ha provato in quest’ultimo anno e mezzo, accanto a servizi con interviste al chirurgo che lo ha operato a Verona e ai medici con cui è in cura.
«Dopo che la mia storia è finita sui giornali», racconta Stevanato, «sono stato contattato dalla Rai che mi ha proposto di partecipare a una puntata. Ho accettato per dare speranza a chi è in una situazione simile alla mia e far passare il messaggio che esistono più casi di buona sanità che di cattiva».
Non capita tutti i giorni di ricevere la telefonata della televisione di Stato e rivelare una storia di volontà e voglia di vivere. «L’esperienza è stata molto bella», continua Stevanato, «sceso a Roma con la famiglia siamo stati coccolati dall’intero personale. Vivere il dietro le quinte ti fa scoprire quanto lavoro ci sia dietro a pochi minuti dalla messa in onda. Basti pensare che sono entrato alle 17 e ne sono uscito alle 23». Anche essere intervistati dalla Parodi non è cosa da tutti i giorni: «Mi ha messo subito a mio agio», rivela, «e non è stato difficile stare al suo passo davanti alle telecamere. Spero che tutto questo possa essere servito a veicolare ancor di più la mia esperienza e che qualcuno ne possa trarre vantaggio. Corri in muso al cancro e come dico sempre “never give up”, ossia “mai mollare”».
La storia di Stevanato è iniziata il 27 aprile 2017, quando a Verona è stato sottoposto a un intervento di otto ore per rimuovere un tumore al pancreas. Tutto era andato bene ma, parlando con i sanitari, è nata l’idea di cambiare stile di vita, prepararsi alla maratona di Venezia, anche per dare un segnale di speranza ad altri pazienti. Nel frattempo ha messo in piedi l’iniziativa mediatica “Corri in muso al cancro”, per raccogliere fondi per cambiare i computer portatili del reparto scaligero. Poi la maratona di fine ottobre: 5 ore e 13 minuti per coprire il percorso. Ma la sua vittoria l’aveva già ottenuta. —
Alessandro Ragazzo
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