Dal Vega al Cile per lanciare l’app

Sei mesi in Sudamerica: la start up di tre mestrini ha fatto centro

MARGHERA. Dall’entroterra veneziano al di là dell’Atlantico, in Cile, per sviluppare la propria idea nell'incubatore “Startup Chile”, quello che si potrebbe definire la Silicon Valley dell'America Latina. Protagonisti di questo viaggio che sa già di avventura, ma anche di sfida tutta italiana per un’intuizione che cercherà di sfondare e quindi di diventare prodotto e infine business mondiale, sono tre giovani di Mestre. Jacopo Penso, Tommaso Cardone e Francesco Pra Levis sono i padri di “Highfield Lab” la start up veneziana (incubata al Vega) che ha creato “Lectios”, una app che permette di impiegare la tecnologia per tenersi sempre aggiornati. Uno strumento semplice quanto innovativo che consente, a chi non ha il tempo di leggere, di avere un alleato digitale che lo fa al posto proprio, scegliendo i contenuti più interessanti e proponendoli sotto forma di lettura.

L'applicazione, candidata a settembre per “Startup Chile”, è stata scelta tra i 2.448 progetti presentati ed è ora una delle 100 idee entrate a far parte del prestigioso programma internazionale cileno per l'accelerazione d’impresa. Sarà finanziata con un budget di 40 mila dollari (circa 26 mila euro).

La notizia è arrivata ai tre ragazzi via web. «Quando abbiamo appreso della notizia eravamo in posti diversi», racconta Jacopo. «Subito, da bravi start upper, ci siamo contattati via Skype. Che emozione, abbiamo comunicato la cosa alle nostre famiglie e ci siamo messi a programmare la partenza. È scontato dire che siamo entusiasti». Il Cile è tra i paesi che investono di più in talenti e progetti innovativi puntando a diventare uno dei poli tecnologici del continente. «Per noi è un’opportunità meravigliosa, che non capita due volte, per questo la prendiamo al volo», continua Jacopo. «Ci abbiamo provato con la speranza di farcela, così è stato, ma è solo l’inizio».

“Lectios” è stata presentata a “Startup Chile” attraverso una spiegazione e un video in inglese. L'offerta è piaciuta e così, dal 23 febbraio prossimo, per sei mesi, Jacopo, Francesco e Tommaso vivranno a Santiago e si metteranno a lavorare in network con le altre 99 start up vincitrici. Nonostante le migliaia di chilometri di distanza dall’Italia, il loro non sarà un addio, ma un arrivederci. «In valigia mettiamo la nostra voglia di crescere e di sfruttare questa opportunità», si augurano. «Il desiderio è di poter dire un giorno, siamo andati in Cile per riportare nel nostro paese una testimonianza positiva del fatto che anche i giovani d’oggi ce la possono fare».

Valentina Calzavara

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia