Dal Tir diretto alla Pometon spuntano tre minori afghani
MARTELLAGO. C’è tanta disperazione dietro la vicenda di tre ragazzini afghani, tutti minori, trovati all’interno di un camion diretto alla Pometon di Maerne. Proprio tre ragazzini, di 11, 14 e 16 anni, età in cui dovrebbero studiare o continuare a crescere divertendosi e, invece, hanno affrontato centinaia di chilometri in cerca di qualcosa di migliore. Altro non sanno i carabinieri della stazione di Martellago, deputati a indagare sulla questione: i tre giovani all’interprete hanno solo detto di essere venuti in Italia.
È successo lunedì alle 13.30, vicino alla fabbrica poco distante dalla stazione: quando è stato aperto il mezzo pesante per scaricare la merce, si sono trovati davanti al trio, affaticato dal lungo percorso ma, comunque, in buone condizioni. Poi i tre ragazzi sono stati rifocillati e trasferiti in una struttura d’accoglienza per minori.
Dove siano saliti in modo clandestino resta ancora un mistero; intanto il camionista è un kosovaro, sui 50 anni, partito dal suo paese e ha attraversato e risalito i Balcani per arrivare sin qui. Per ora a suo carico non c’è alcun provvedimento. Dopo aver varcato il confine tra Slovenia e Italia, ha proseguito sino al Veneziano, proprio con destinazione Pometon. Ma durante il tragitto ha fatto più di una sosta e i tre minori afghani potrebbero essere saliti ovunque. Per il conducente si è trattato di un normale viaggio come spesso gli capita di fare; stavolta a bordo non c’era solo il materiale da consegnare ma anche tre esseri umani, intrufolatisi in una delle tappe precedenti. E non si sa neppure dove gli afghani fossero diretti con precisione; anzi, forse non lo sanno neppure loro, se è vero che agli inquirenti hanno risposto solo di voler raggiungere il nostro Paese.
La sorpresa dei presenti, una volta aperto il Tir per recuperare la merce, è stata alta: spalancato il portellone, hanno capito che all’interno ci fosse qualcosa di strano e, dopo delle verifiche, sono “sbucati” i tre ragazzini. Subito sono stati chiamati i militari dell’Arma e, nel frattempo, i giovani sono stati fatti scendere.
In caserma si è cercato d’identificarli e con un traduttore, i carabinieri hanno provato a ricostruire il lungo percorso, tentare di comprendere dove fossero saliti. Per fortuna le condizioni degli afghani non hanno destato timori ma ci sono ancora diversi punti oscuri sulla vicenda.
Non è la prima volta che arrivano notizie del genere; in passato, questi “viaggi” si sono trasformati in drammi, come oltre quattro anni, a Mestre, quando un afghano 23enne fu trovato morto dentro il cassone del porto.
Alessandro Ragazzo
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