«Dal M5S propagandismo moralistico»

Fassino a Mestre: ben altra cosa era la grande questione morale posta da Berlinguer per il Paese  
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Mestre, centro culturale Santa Maria delle Grazie/Presentazione del libro "Il riformismo a Venezia e in Italia" - nella foto Piero Fassino
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Mestre, centro culturale Santa Maria delle Grazie/Presentazione del libro "Il riformismo a Venezia e in Italia" - nella foto Piero Fassino

MESTRE. «Sono orgoglioso di potervi incontrare qui a Livorno, in un luogo dove c’è stata la scissione del Partito socialista e la nascita del Partito comunista, il partito di Enrico Berlinguer e della questione morale. Oggi il Partito democratico, che si definisce erede di quel partito, ha rottamato soltanto Berlinguer e la questione morale».

Così parlava ieri mattina da Livorno il candidato premier dei cinque stelle, Luigi Di Maio. Nelle stesse ore da Mestre, Piero Fassino, esponente del Partito Democratico, parlava della questione morale dei cinque stelle, dopo gli scandali sui rimborsi non rimborsati di questi giorni, facendo proprio una netta distinzione con la questione morale posta da Enrico Berlinguer, segretario del Partito comunista italiano.

Piero Fassino, cosa pensa dei tanti problemi interni ai cinque stelle?

«Al di là dei singoli casi, su cui non mi pronuncio, una forza politica che ha fatto di un esasperato moralismo la propria bandiera oggi fa i conti con il fatto che gli uomini non si dividono in angeli o demoni. Questa idea per cui chi sta nei cinque stelle è sempre un angelo e gli altri sono tutti demoni non sta in piedi.

La questione morale di Berlinguer era tutt’altra cosa?

«Assolutamente, era tutt’altra cosa. Berlinguer poneva una grande questione morale al paese: il rapporto tra la politica e i valori che la ispirano, i poteri dela società, i rapporti tra politica ed economia. C’è uno spessore nella questione etica di Berlinguer che è sideralmente lontana dal propagandismo moralistico dei cinque stelle che appunto poi inciampa nei propri vizi».

Non le pare che questa sia una pessima campagna elettorale?

«Questa è una campagna elettorale segnata dall’aggressività ed è la prima campagna elettorale, da sempre, in cui ci sono forze politiche che esplicitamente chiedono un voto per mettere in discussione la convivenza civile e democratica. Negli ultimi 45 anni di vita democratica non era mai successo. Se vinceva il Pci o la Dc, nessuno pensava mettessero in discussione le regole. I principi condivisi mantenevano la coesione del paese e la giusta dialettica. Oggi la Lega, il Movimento 5 stelle o forze estreme come Forza Nuova e Casapound vogliono mettere in discussione i principi democratici del paese e lo si vede dai toni: rancori, odio, il giocare sulla paura che crea nella società un clima ansiogeno e di tensione. Tutto questo non fa bene alla democrazia». Per questo anche da Mestre, ospite della Fondazione Pellicani, Fassino ha lanciato il proprio invito a votare Pd e centrosinistra «che sono l’unico argine alle derive inquietanti». (m.ch.)

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