Dal Franchetti fino ai vertici dell’Oms

La storia di Flavia Bustreo, trent’anni di esperienza tra le emergenze del Pianeta, era già scritta nella sua infanzia a Padova
Di Franesco Zuanon

Saranno mesi di attesa e di preparazione, a Mestre come a Ginevra ma anche a Camposampiero, in vista delle votazioni che il prossimo maggio decideranno il nome del nuovo direttore, o direttrice, dell'Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Per l'Italia, il Governo ha indicato in Flavia Bustreo, medico, nata a Camposampiero nel 1961, la propria candidata, prima italiana a correre per questo incarico.

Oggi Flavia Bustreo vive a Ginevra, dove lavora da circa vent'anni per l'Oms di cui è vice direttore generale dell'area “Salute della famiglia, delle donne e dei bambini” e stretta collaboratrice della presidente Margaret Chan, oltre a essere vice presidente del Consiglio di Gavi, l'Alleanza per i vaccini.

Personaggio di primo piano dell’ente internazionale, spessissimo in giro per il mondo per affrontare le criticità e le emergenze sanitarie di tanti Paesi, la candidata italiana dovrà vedersela per la presidenza dell'Oms con quattro uomini, l'etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, il francese Philippe Douste-Blazy, il britannico David Nabarro e l'ungherese Miklós Szócska, oltre che con un'altra donna, la pachistana Sania Nishtar.

Ma Flavia Bustreo è da sempre abituata a misurarsi in imprese difficili: è nel suo dna, come ricordano i genitori Lino e Rosa, entrambi originari di Camposampiero e gli zii Lidia e Luciano Marcato che abitano in via Rostirola, a Camposampiero.

«Fin da piccola aveva un carattere deciso, piena di energia e volontà di emergere e di raggiungere ottimi risultati», racconta con orgoglio la mamma Rosa Pallaro che nel 1960 sposò Lino Bustreo, macchinista ferroviere, che abitava in via Straelle.

«Nel 1968, dopo che Flavia aveva frequentato asilo e prima elementare, ci trasferimmo a Marghera perché andai a lavorare in stazione a Mestre», spiega il papà. E a Mestre Flavia Bustreo frequentò il liceo classico “Franchetti”. Poi tornò a Padova a studiare, per laurearsi nel 1986 in medicina con specializzazione in medicina dello sport.

Appassionata e giocatrice di pallavolo a Mestre, come i fratelli Giampaolo ed Enrico, grande lettrice, «dopo l'Università, Flavia iniziò anche a viaggiare, spinta dalla sua grande curiosità, e si specializzò nella cura delle malattie tropicali a Londra. In seguito a un viaggio umanitario in Iraq, Flavia Bustreo decise che estendere a tutti, soprattutto ai più poveri e deboli, il diritto alla salute sarebbe stata la missione della sua vita.

«E questo, oggi, è il cardine del programma per la sua candidatura alla direzione generale dell’Oms», ricorda mamma Rosa.

Così, l'intraprendente medico di Camposampiero, dopo avere lavorato anche per la Banca Mondiale a Washington negli Usa, partecipò e vinse un concorso per un posto all'Oms («un annuncio letto casualmente su Famiglia Cristiana», rivela la mamma) maturando poi diverse esperienze in Bangladesh, Brasile, Cina, Egitto, India, Marocco, Perù, Filippine, Senegal, Sudan e Uganda.

«Abbiamo seguito tutte le tappe della sua crescita e della sua carriera professionale. Da piccola, Flavia, che era la primogenita di tutta la famiglia ed abitava in via Martiri d'Ungheria, veniva spessissimo da noi e d'estate andavamo in montagna insieme», ricordano oggi, con orgoglio, la zia Lidia e lo zio Luciano.

Flavia Bustreo, che nel 2015 ha ricevuto dalla sindaca Katia Maccarrone l'Encomio Solenne della sua città natale, è un esempio di come si possa arrivare ad altissimi livelli grazie esclusivamente alle proprie capacità e alla propria forza di volontà, alla propria tenacia e a una grande convinzione. L'Italia intera adesso tifa per lei.

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