Dal Fontego dei Tedeschi a "T Fondaco", a Venezia l'ex palazzo delle Poste diventa polo del lusso

Il nuovo centro firmato Dfs attende 2 milioni di visitatori l'anno. Assunte 450 persone e dalla terrazza una vista spettacolare. Apertura il 1 ottobre
Il nuovo polo del lusso realizzato nel Fontego dei Tedeschi
Il nuovo polo del lusso realizzato nel Fontego dei Tedeschi

VENEZIA. Il Fontego dei Tedeschi è tornato: dopo otto anni di chiusura e tre di cantiere,  l'ex palazzo delle Poste riapre come polo del lusso e con un nuovo nome, T Fondaco: T come "travelers", viaggiatori, la catena di centri commerciali di super lusso firmata in tutto il mondo dalla Dfs Duty Free , alla quale Edizioni Holding della famiglia Benetton - che nel 2008 ha acquistato il palazzo dal Demanio, in quella che è stata l'operazione immobiliare e il restauro che più ha fatto discutere e diviso  - ha ceduto la gestione del nuovo polmone commerciale della città: 65 boutiques di griffe che si snodano lungo i portici dei tre piani che si aprono sul cortile dell'edificio, che ha mantenuto la sua struttura cinquecentesca, animata però da scale mobili rosso fuoco per salire e scale scintillanti di bagliori d'oro per scendere, con una terrazza tutta nuova con una vista mozzafiato dal tetto più alto della città. 

Numeri. 54 i milioni di euro pagati nel 2012 dalla famiglia Benetton attraverso la loro Edizioni Holding al Demanio, in una vendita che scosse la città; 6 i milioni quelli dati al Comune di Venezia in cambio della cancellazione dei vincoli all'uso pubblico dell'edifizio;  almeno 40 i milioni spesi per il risanamento e restauro firmato dallo studio Oma dell'archistar Rem Koolhass, una cifra a parecchi zeri spesa da Dfs  per l'allestimento firmato Jamie  Fobert e la trasformazione del Fontego dei Tedeschi in "T Fondaco", dove sono stati assunti 450 dipendenti, per lo più giovani e per il 70 per cento donne. Tutti parlano inglese, molti anche  cinese, coreano, giapponese. "Contiamo di andare a regime in un paio d'anni con un fatturato annuo di 100 milioni di euro e circa 2 milioni di visitatori", commenta il vicedirettore Dfs, Roberto Meneghesso.

Da Fontego dei tedeschi a polo del lusso: la trasformazione

I negozi. Piano terra la caffetteria firmata Alajmo, area souvenir tra prodotti di grandi marchi del cibo e prodotti di artigiani veneziani. Primo piano dedicato alla donna e gli accessori. Secondo, all'uomo. Terzo piano per le firme della calzatura. Il quarto piano non c'era quando il Fontego era il cuore delle Poste Venete: al di sotto del vecchio lucernaio , il "velero", un nuovo soffitto in "trama" di vetro che custodisce una sala conferenze e mostre "sospesa" sul cortile e dalla quale accedere alla strepitosa terrazza sui tetti. Un piano vetro, acciaio e 22 mila bulloni molto suggestivo - che prue ha tolto luce al cortile - che ospita l'installazione visiva "Under Water" di Fabrizio Plessi.

Al piano terra l'area souvenir
Al piano terra l'area souvenir

Spettacolare dal tetto (accessibile a tutti) la vista sulla città

La vista su Venezia dai tetti del Fontego dei tedeschi

Apertura al pubblico. Dopo la vernice di mecoledì, la festa per mille invitati di giovedì, la pre inaugurazione di venerdì, "T fondaco" aprirà a tutti, 7 giorni su 7, dal 1 ottobre. La convenzione firmata con il Comune di Venezia, allora guidato dal sindaco Orsoni, prevede il libero accesso a chiunque dal cortile fino alla terrazza panoramica. Libero accesso anche ai servizi igienici al piano terra (nei 200 metri quadrati riservati all'amministrazione). La Dfs - spiega il vicedirettore di Dfs Italia Roberto Meneghesso - "ha concordato con l'amministrazione comunale un calendario di spettacoli, mostre, eventi che saranno aperti a tutti, liberamente".

La storia, il restauro. Partiamo dal tetto, la terrazza vista-mondo, forse l'intervento più "corretto" dal confronto tra l'architetto olandese e la soprintendenza di Venezia, che ha ridimensionato il grande terrazzo a ridosso dei merli con ristorante e bar previsto nel progetto iniziale, trasformandolo in una leggera passerella con vista a 360 gradi sul Canal Grande, Venezia, la laguna, le Dolomiti. La struttura del Fondaco è rimasta quella del Fontego così come tutti l'hanno sempre visto, dal 500 ad oggi, ricostruito dopo l'incendio che aveva devastato il duecentesco palazzo-magazzino della comunità dei commercianti tedeschi. Le grandi scale mobili rosse che Koolhass aveva immaginato come passerelle sospese tra un piano e l'altro ad attraversare il cortile, manno mantenuto il loro colore acceso, chiuso in un telaio di morbido legno, ma sono state "nascoste", incrociandosi con le scale che l'ottone rende d'oro.

 

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