Dal Demanio al Comune 28 beni da 50 milioni
MESTRE. Continua la campagna di acquisizioni, a titolo non oneroso, da parte del Comune di Venezia, di beni dell’Agenzia del Demanio. Una delibera, proposta dalla vicesindaco con delega al Federalismo demaniale Luciana Colle, fa partire la quarta procedura di acquisizioni da parte di Ca’ Farsetti per acquisire altri 28 beni demaniali, tra centro storico e terraferma. Il valore stavolta sfiora i 50 milioni di euro in beni.
Tra questi stavolta ci sono anche aree pregiate, e strategiche di Mestre. Due ampie porzioni, finora demaniali, della grande piazza XXVII Ottobre, per i mestrini piazza Barche, diventeranno con questa procedura di proprietà comunale. Sono quella a ridosso dell’attuale inizio del canal Salso, all’imbocco di via Forte Marghera e di fronte al Tribunale dei minori e agli ex magazzini Da Re, e la grande porzione di piazza che dai parcheggi va in direzione di corso del Popolo.
Aree che pochi sapevano essere di proprietà demaniale. Lo si è scoperto, per esempio, quando sul lato verso l’inizio del canal Salso le giunte di centrosinistra, anni fa, avevano ipotizzato di realizzare un grande parcheggio interrato. Si scoprì allora, con gli assessori Mingardi e Bergamo, che suolo e sottosuolo erano demaniali. Di quella proposta, poi non si fece nulla. Così come è rimasto un ricorso il concorso di idee lanciato dall’ex sindaco Cacciari per fare della piazza un lungo boulevard con il nuovo mercato fisso di Mestre. Mercato che arriverà ora, con la giunta Brugnaro e i fondi del Patto per Venezia, semre in via Fapanni.
Ora con l’acquisizione si apre la partita del dibattito sulla riqualificazione di piazza XXVII Ottobre.
Con la procedura di acquisizione dal Demanio entra tra i beni di proprietà comunale anche un tratto di canal Salso, in direzione di Forte Marghera (utile se il sindaco vorrà dare concretezza alla sua idea di una passeggiata pedonale da piazza Barche al forte “gioiello” mestrino) e l’ex alveo del fiume Marzenego, a Zelarino, vicino a terreni destinati ad area Peep. Ma ci sono anche aree, come l’argine di contenimento delle materie infiammabili, a Marghera, che si trovano in una posizione strategica: l’area sorge tra la raffineria Eni e i Pili, terreni di proprietà di una delle società del sindaco, che oggi rientra nel trust, e dove è previsto il nuovo palazzetto. Diventerà comunale anche l’area oggi utilizzata per il passaggio del tram a San Giuliano, all’uscita da via Forte Marghera assieme a un’altra porzione di terreno in zona industriale e un’area di Malcontenta dell’ex Demanio marittimo.
Su 28 luoghi nell’elenco, 18 sono immobili, terreni, edifici storici e appartamenti nel centro storico. Anche di grande valore storico, come la torre Massimiliana di Sant’Erasmo, in laguna.
La procedura di acquisizione, valutata positivamente dalla giunta comunale, è la quarta che si concretizza dal 2015 ad oggi, basata sul decreto legislativo 85 del 2010 sul passaggio, a titolo gratuito, agli enti locali di beni di proprietà dello Stato. A costo zero per il Comune. È il cosiddetto Federalismo demaniale. Entro il novembre 2013 il Comune di Venezia aveva presentato 72 istanze di attribuzione a titolo gratuito di immobili facenti parte del patrimonio disponibile dello Stato. L’agenzia del Demanio aveva poi espresso parere favorevole per 52 cessioni concretizzate con le delibere del marzo 2015 del commissario Zappalorto; in quella di dicembre 2015 e maggio 2018 che hanno portato ad acquisire 46 immobili.
Una seconda partita si è conclusa nel dicembre 2016 con altre 52 istanze di acquisizione chieste da Ca’ Farsetti. Nei mesi scorsi, sempre l’Agenzia del Demanio, ha ultimato la verifica complessiva delle istanze di allora, «esprimendo parere favorevole al trasferimento a questa amministrazione comunale con riferimento a 28 posizioni», gli immobili che ora il Comune ufficializza, con la delibera, di voler ottenere dal Demanio. —
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