Da Verdi a Kusturiça, La Fenice vola coraggiosamente

Presentata a Milano la nuova stagione lirica e di balletto del gran teatro, il programma si intreccia con l’Expo

MILANO. La Fenice riparte da Verdi ma guarda anche al contemporaneo, con un affascinante progetto affidato al regista Emir Kusturiça. I vertici del teatro veneziano – con il sovrintendente Cristiano Chiarot, il vicepresidente Giorgio Brunetti e il direttore artistico Fortunato Ortombina - hanno presentato ieri a Milano la stagione lirica e di balletto 2014-2015. A Milano non per una sfida “in trasferta” alla Scala, ma perché la nuova stagione della Fenice si intreccerà nei suoi programmi anche con l’Expo milanese del 2015, allargato sul territorio. Doppia inaugurazione verdiana, con il “Simon Boccanegra” ad aprire la prossima stagione lirica del teatro il 22 novembre, diretta da Myung-Whun Chung, con la regia di Andrea De Rosa.

Il giorno dopo, la seconda inaugurazione con “La Traviata” diretta da Diego Matheuz, nell’allestimento ormai classico di Robert Carsen - rivisitato per l’occasione - per celebrare i dieci anni di riapertura del Teatro. Diciotto titoli in programma per un totale di 128 recite con nove nuovi allestimenti, con un aumento costante della produzione: saranno 118 quelle della stagione attuale ed erano “soltanto” 68 nel 2010. Una crescita che - abbinata a risparmi di spesa e nuovi introiti da sponsorizzazioni - ha consentito al teatro di chiudere il bilancio 2013 in pareggio e di prevedere lo stesso risultato nell’anno in corso, con entrate da bigliettazione previste per 9 milioni di euro. E tuttavia, anche per la “virtuosa” Fenice, tutto ciò rischia di non bastare, come ha sottolineato ieri il sovrintendente Chiarot con un appello al nuovo ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.

«Siamo un’oasi felice - ha detto Chiarot - perché economicamente sostenibili, ma senza serenità: il governo tagli il costo del lavoro per le fondazioni lirico-sinfoniche come per le no-profit, dato che il nostro solo profitto è la cultura, abbatta l’Irap e applichi anche a noi la riduzione del cuneo fiscale, se non è in grado di rifinanziarci». Tornando alla nuova stagione lirica, dopo l’alternanza “Simon Boccanegra-Traviata”, nel febbraio 2015 Carsen tornerà sulla sua produzione verdiana per la Fenice, che ha ormai dieci anni, con una versione rivista in occasione dell’Esposizione Universale Milano 2015. Il «Progetto Expo Traviata» costituirà così il filo rosso dell’intera programmazione 2015, con recite in febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, agosto, settembre. A maggio , in occasione della Biennale Arti Visive, andrà infatti in scena la “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini con la regia di Àlex Rigola e scene e costumi dell’artista giapponese Mariko Mori. Ad esso si aggiungerà, dal 20 dello stesse mese, un nuovo allestimento di “Norma” di Vincenzo Bellini, la cui scenografia sarà affidata a un artista visivo indicato dalla direzione della Biennale.

La Fenice punta molto anche sul progetto con Kusturiça, a cui lavora da tempo. Dopo la ripresa dell’Otello nel cortile di Palazzo Ducale, sempre a luglio, spazio dall’8 al complesso intrico culturale, etnico e religioso della Bosnia prima ottomana e poi austroungarica del “Ponte sulla Drina”, opera in due atti del compositore sarajevese Dejan Sparavalo su un libretto del regista cinematografico Emir Kusturica tratto dallo splendido romanzo storico dello scrittore jugoslavo Ivo Andric, Premio Nobel per la letteratura 1961. Presentata a Venezia in prima italiana e nata da un’idea dello stesso Kusturica, che ne curerà anche la regia, l’opera sarà coprodotta dal Teatro La Fenice con Andricgrad, il sito turistico fondato da Kusturiça accanto allo storico ponte sul fiume Drina nella città bosniaca di Višegrad (nel territorio della Repubblica Serba di Bosnia), dove l’opera andrà in scena in prima assoluta nel giugno 2014.

A ottobre, ma al Malibran, prima italiana dell’«azione musicale napoletana» “Il medico dei pazzi”, di Giorgio Battistelli, che ha curato libretto e musica, dalla commedia di Eduardo Scarpetta che ispirò anche l’omonimo film con Totò.

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