Da Venezia all'Expo: «Turismo senza regole e contratto»

Dal Lido a San Marco in vaporetto con striscioni e bandiere dei sindacati. Applausi dai turisti e dai lavoratori in servizio
La protesta dei lavoratori del turismo senza contratto
La protesta dei lavoratori del turismo senza contratto

VENEZIA.  «Lavoratori senza contratto, turismo senza regole», questo lo slogan – con tanto di traduzione in inglese – che campeggiava sul vaporetto che giovedì 9 ha fatto la spola tra Lido, Giudecca e Bacino di San Marco, per ricordare a tutti – a cominciare dai turisti e dagli albergatori e ristoratori che li ospitano – che il personale di hotel, ristoranti e campeggi di Venezia e provincia aspettano ormai da due anni il rinnovo del contratto nazionale.

Una sessantina di lavoratori del settore turistico - alberghi e ristoranti, organizzati dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil - con il biglietto pagato, sono saliti nello stesso vaporetto dell’Actv e dalle 10 del mattino fino a mezzogiorno, hanno scorrazzato in Bacino salutando e sventolando le bandiere ai turisti o al personale degli alberghi che da riva li salutavano.

Fischi e sberleffi dei manifestanti sul vaporetto, sono andati all’insegna di alcuni grandi e lusso si hotel famosi in tutto il mondo - come il Danieli, il San Clemente, l’Europa & Regina, il Gritti Palace del Gruppo Starwood - che aderiscono alla Federazione del turismo di Confindustria. Applausi e sventolii di bandiere dal vaporetto, invece, in prossimità dell’hotel Cipriani che aderisce a Federalberghi, l’unica associazione che a livello nazionale ha firmato nel 2009 il contratto in scadenza ed ora è pronta a rinnovarlo senza contropartite.

«I contratti», sostengono i sindacati, «sono al palo da 24 mesi per colpa delle associazioni datoriali Fipe, Fiavet, Angem, Aci, Aica, Federturismo (Confindustria) e Confesercenti che hanno infatti fino ad ora impedito il rinnovo dei contratti nazionali. «Ognuno a suo modo, con diverse intensità, dalla disdetta degli accordi esistenti alla semplice dilazione dei tempi», spiegano ancora i sindacati, «tutte queste parti imprenditoriali i hanno sempre inteso far pagare il costo della crisi ai soli lavoratori chiedendo che il contratto venisse finanziato attraverso la rinuncia da parte degli stessi a diritti e tutele esistenti, come scatti di anzianità e permessi retribuiti» .

Alla manifestazione in Bacino di ieri, seguirà, mercoledì 15 aprile, uno sciopero nazionale della categoria, indetto da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs con un corteo a Milano, alla vigilia dell’apertura di Expo 2015, a cui parteciperanno anche i lavoratori veneziani del settore turistico che, stando ai dati della Camera di Commercio, in provincia di Venezia sono oltre 44 mila, il 16% sul totale di tutti gli occupati.

Protesta fino al Padiglione Aquae  per Expo 2015.  I sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil sono pronti a protestare anche nel giorno di apertura e durante la prossima Expo, sia a Milano (sede ufficiale dell’esposizione internazionale) che e a Venezia dove da maggio ad ottobre si terrà l’esposizione collaterale, dedicata ad «Acqua, alimentazione e salute», che sarà ospitata nel Padiglione Aquae, costruito nell’area 2 del Parco tecnologico e scientifico Vega di Porto Marghera. «Non possiamo accettare che i lavoratori di un settore così importante che, a differenza di molti altri, continua a crescere e produrre reddito a Venezia e tutta l’Italia – ha spiegato ieri Monica Zambon della Filcams-Cgil veneziana – vengano privati di un contratto e dei loro legittimi diritti – Non accetteremo che una parte degli imprenditori e dei grandi gruppi che operano nel settore alberghiero e della ristorazione , facciano pagare ai loro dipendenti, a forza di tagli di diritti e di retribuzione, piuttosto della qualità del servizio offerto ai turisti, la competizione con la concorrenza». «La manifestazione sul vaporetto in bacino di San Marco è solo un anticipo – aggiunge Nicola Pegoraro della Fisascat-Cisl veneziana – i lavoratori sono pronti a fare muro, tutti insieme, contro le associazioni imprenditoriali che vogliono ridurre un settore trainante per la nostra economia, come il turismo, ad una realtà senza più regole contrattuali e sindacali, alla mercè di chi pensa che i clienti si conquistano pagando sempre meno camerieri, cuochi, baristi e tutto il resto del personale di alberghi e ristoranti»

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