Da Venezia 500 pellegrini per la storica cerimonia

In piazza San Pietro cresce l’attesa per l’evento. C’è la delegazione della Diocesi Il sindaco Giorgio Orsoni: «Giovanni XXIII è stato il Papa della mia infanzia»
Di Nadia De Lazzari

ROMA. È stata una “notte bianca” di preghiera e di confessioni in attesa della cerimonia della duplice canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II. A presiederla Papa Francesco tra porporati, capi di Stato e di governo. Canti, colori, bandiere hanno riempito le strade e le chiese del centro invase da centinaia di migliaia di pellegrini provenienti dai quattro angoli della terra. La stima va oltre il milione. Alle 18 di ieri un fuggi fuggi generale del popolo della fede per un violento diluvio che si è abbattuto su Roma.

La giornata della delegazione della diocesi di Venezia (don Danilo Barlese, don Orlando Barbaro, monsignor Carlo Seno, suor Virginiana Dalla Palma, Riccardo Redigilo, Giuseppina Bonaldo Millino, Biancamaria Bruna, Nella Pavanetto, Alessandro Polet) è iniziata con le lodi e la partecipazione alla messa. Il gruppetto ha sostato orante nella basilica di San Giovanni in Laterano, la “Madre di tutte le Chiese di Roma e del mondo”. Qui il Papa ha la sua cattedra episcopale. È seguita poi una visita alla basilica di San Clemente.

Don Danilo Barlese, provicario generale e vicario episcopale per la pastorale, ha spiegato che a Roma sono arrivati gruppi di veneziani: «In questi giorni ho ricevuto telefonate di piccoli gruppi o di singole persone che avevano espresso il desiderio di partecipare alla cerimonia. So che una decina di parrocchie ha organizzato il viaggio qui a Roma». Si contano circa cinquecento pellegrini provenienti da Venezia e provincia.

Nel primo pomeriggio di ieri la delegazione si è spostata in Piazza San Pietro. Qui li ha raggiunti il patriarca Moraglia. Un saluto e una meditazione insieme. Suor Virginiana Della Palma dell'ordine delle Figlie di San Giuseppe dell’Istituto Caburlotto sprizza gioia: «In questo periodo nella nostra Casa abbiamo visto numerosi filmati dei due pontefici. Volevamo comprendere meglio la loro vita. Ci hanno dato preziosi insegnamenti a cui ispirarsi per la nostra vita. I due Santi Padri, l'uno italiano, l'altro polacco, sono attuali e parlano lo stesso linguaggio, quello dell'andare incontro all'altro, a chiunque altro». Da Venezia il sindaco Giorgio Orsoni ricorda con un pensiero affettuoso il canonizzando Giovanni XXIII: «È stato il Papa della mia infanzia. Era un uomo di grande umanità. Dal patriarca Roncalli, quelli della mia generazione, hanno ricevuto la Cresima. Nel mio album fotografico ho raccolto alcune immagini fotografiche».

San Pietro è l'ombelico del mondo. In via della Conciliazione e in piazza si incrociano volti di ogni Paese, tanti i lombardi e tantissimi i polacchi. Anche molti veneti. Debora Schiavon è di Bassano del Grappa: «Sono arrivata giovedì con il mio compagno. Essere qui mi riempie di gioia e serenità».

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