Da un anno non va a scuola: ragazzino tolto alla madre e ospitato in casa-famiglia
MESTRE. Dovrà restare fino a 18 anni in una comunità famiglia del trevigiano il ragazzino di 13 anni, di un comune della Riviera del Brenta, che da un anno e mezzo non va a scuola. A prendere questa decisione è stato il Tribunale dei Minori di Venezia dopo che lo stesso era rimasto ininterrottamente a casa invece che andare in classe con la madre, che soffre ciclicamente di problemi di dipendenza dalla droga. A spiegare cosa succederà è il sindaco del paese della Riviera il quale, nel corso degli anni, ha cercato di districare la complicata vicenda.
«Dopo la decisione delle scorse settimane da parte del Tribunale di togliere la gestione del ragazzino alla madre e di affidarlo ad una comunità famiglia», spiega il sindaco, «abbiamo deliberato il costo di mantenimento del ragazzo, scegliendo una casa famiglia che si trova nel trevigiano, fra le strutture più preparate e rinomate nel settore per affrontare casi del genere. Qui il ragazzino potrà ovviamente ricevere le visite della madre e della nonna, ma sarà seguito da insegnanti e psicologi per poter recuperare il tempo perduto negli anni scorsi».
La permanenza del ragazzino nella struttura costa 102 euro al giorno, per 36 mila euro all’anno di cui metà ne mette il Comune e l’altra metà arriveranno dai fondi regionali ad hoc per questi casi».
Nel frattempo, in questo periodo estivo, il Comune si è attivato facendogli frequentare il Grest della parrocchia e poi il campo scuola. A luglio così il 13 enne è stato impegnato così con i coetanei per quasi un mese. La decisione è arrivata dopo un periodo di forte contrapposizione fra il Comune in cui vivono la madre, la madre e la nonna del bambino. Il ragazzino era a casa con la madre, che soffre ciclicamente di problemi di dipendenza dalla droga, ed era seguito dai servizi sociali, ma, nonostante i ripetuti appelli a farlo frequentare le medie, il ragazzino non ci è mai andato. Ha perso 18 mesi di scuola. A settembre ricomincerà ad andare a scuola nella comunità famiglia».
«Il bambino sottratto», spiega il sindaco, «alla madre, potrà riacquistare la serenità perduta e potrà frequentare la scuola dell'obbligo. La mamma e la nonna potranno fargli visita. Dovrà restare nella casa alloggio per decisione del Tribunale dei minori fino alla maggiore età. Intanto come ente locale abbiamo già coperto la permanenza nella struttura per i prossimi due anni e mezzo. La mamma, che soffre anche di problemi psichici, sarà seguita dai servizi sociali.
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