Da stalker a perseguitato denuncia l’ex e la madre
CHIOGGIA. Ha denunciato la sua ex e la madre di lei per ingiurie, minacce, aggravate dall'uso di armi e tentata estorsione. Ma lui, un uomo di 45 anni, non è certo quel che si dice un fiorellino: ha da poco finito di scontare due anni di carcere, come cumulo di pene per stalking (nei confronti di lei) e altri reati, e ha un carico pendente di un anno, per cui sta aspettando l'appello, perché avrebbe ripetutamente forato le gomme della macchina di lei, ma sarebbe stato riconosciuto, pur indossando un casco da motociclista.
Un quadro in cui la credibilità dell'uomo sembra essere zero. «Lo so», ammette lui, «ma proprio perché non ho più nulla da perdere ho deciso di lanciare questo appello: non ho lavoro, non ho denaro, un figlio malato che ha bisogno di cure e affetto. Ho pagato i miei debiti con la società. Ora basta! Mi lascino in pace o non so cosa potrà succedere».
Quest'uomo nel 1987, non ancora diciottenne, aveva lasciato il paese natale, Afragola, in Campania, «per cambiare vita». Una breve carriera nell'aeronautica, era diventato maresciallo, poi una serie di vicende che gli hanno fatto perdere i gradi e il lavoro e spinto sempre più nella marginalità sociale.
Nel 2008 è a Chioggia, da diversi anni, con la moglie e due figli. Tramite amici del Sud, conosce una coetanea chioggiotta e intreccia una relazione che dura due anni, compresa una breve convivenza. Poi la lascia («L'ho trovata a letto con un altro», racconta) e torna dalla moglie.
Ma la ex amante lo accusa di stalking. Lui patteggia e finisce in carcere. «Ero innocente», dice adesso, «ma mi rendo conto che nessuno mi crederebbe. Ho deciso di patteggiare, per chiuderla subito. Non recrimino nulla: è andata così. Fine. Ora vorrei vivere sereno, per quanto possibile».
Ma la sua agognata “serenità” è messa a dura prova dal ritorno della ex. «L'ho incontrata, un paio di volte, per caso, con sua madre, dall'inizio dell'anno. Mi hanno dato dell'avanzo di galera, del buono a nulla, mi hanno detto che sono malato peggio di mio figlio. E lei mi ha chiesto cinquemila euro. Diceva che se non glieli avessi dati mi avrebbe accusato di nuovo di stalking ed era sicura di averla vinta ancora una volta. La cosa più grave è stata la minaccia di un tizio, qualche mese fa: di notte, stavo rincasando, è sceso da un'auto, mi ha puntato contro una Beretta 7.65 e mi ha detto, con accento veneto: “Lasciala stare (la ex amante, ndr) altrimenti ammazzo te o uno della tua famiglia”. E così ho sporto denuncia. Spero che non accada più nulla del genere».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia