Da soli o in coppia. Al Parco Albanese gli spacciatori cambiano tecnica

Anche le forze dell’ordine si attrezzano alle nuove modalità. Più controlli e attività investigativa per trovare i depositi
Foto Agenzia Candussi/Mion/Parco Albanese, Mestre /
Foto Agenzia Candussi/Mion/Parco Albanese, Mestre /

MESTRE. La droga ora la consegnano a domicilio. Al Parco Albanese i clienti dei nigeriani aspettano in un angolo defilato dell’area verde, i pusher poi arrivano puntuali in bicicletta. A volte già con la droga, altre volte per prendere gli ordini. Non ci sono più i gruppi di spacciatori come alcuni mesi fa che stazionavano tutto il giorno all’interno del parco. Ora si sono sparpagliati per mimetizzarsi su tutta la zona, per passare inosservati alle forze dell’ordine e in particolare alla polizia locale che negli ultimi 12 mesi hanno tolto dalla piazza diversi chili di sostanza stupefacente. Ora lo spaccio si è spalmato in un’area molto ampia, come sono cambiati i luoghi dove i pusher nascondono la sostanza stupefacente.

Foto Agenzia Candussi/Mion/Parco Albanese, Mestre /
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I nigeriani che frequentano il parco come luogo di spaccio usano ora spostarsi in bicicletta. Questo consente loro di allargare il loro mercato alla Riviera Marco Polo, per proseguire in viale Vespucci, Parco Allende, via Bissuola, via Volturno, via Motta, via Tevere, via Bacchiglione, via Baglioni, via Casona, via Rielta, per poi raggiungere via San Donà. Zone da dove, quotidianamente, arrivano alle forze dell’ordine numerose segnalazioni da parte di abitanti che notano lo strano andirivieni. Controllare i pusher non è semplice. Questi cambiano strategia a seconda della zona e dell’ora. Cambiano tecnica operativa continuamente: a volte sono in gruppo di due, a volte si spostano individualmente, poi si dividono i compiti e quasi mai portano con loro la sostanza se non al momento della consegna che avviene a domicilio.


Foto Agenzia Candussi/Mion/Parco Albanese, Mestre /
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A fine luglio la polizia locale con i lagunari del battaglione Serenissima sequestrarono quattro chili di marijuana in uno dei depositi dei nigeriani. In quel momento i pusher africani, a qualche settimana dal blitz di via Monte San Michele, avevano abbandonato il Parco della Bissuola. La droga venne recuperata in via Buozi a mezzo chilometro dal parco, era l’ennesima dimostrazione che i pusher avevano allontanato dal parco sia i magazzini primari (sempre sopra i due chili - oltre 40 involucri), che i magazzini secondari (da mezzo chilo fino a un chilo e 750 grammi - da 5 fino 39 involucri), lasciando all'interno del parco solo i magazzini terziari (involucro da mezzo etto) per le necessità di smercio quotidiano.

Lo spaccio al dettaglio prevede confezioni da uno a cinque grammi. I ritrovamenti di sostanze stupefacenti negli ultimi mesi sono avvenuti entro un raggio di un chilometro dall’area verde; nelle vie Casona, Grassi, Bissagola, Baglioni, Dandolo, fino alle rive del canale Osellino.



Gli agenti e i militari, quindi, annotano ogni presenza fuori contesto dei pusher all'interno della Bissuola. I dati vengono quindi esaminati dal Nucleo Operativo della polizia locale e, quando si arriva a 3 segnalazioni, viene fatta intervenire l'unità cinofila in quel punto. C’è infatti una grossa probabilità che nell’area individuata ci sia un deposito. E più è lontano dal parco e più è probabile che la quantità sia elevata. I danni fatti agli spacciatori sono ingenti, ma nonostante gli arresti, i sequestri il numero di pusher fatica a calare, anche perché tanti sono i giovani nigeriani che si rendono disponibile per spacciare. —


 

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