Da Preziosa agli 007. E un ricatto a Baita: «Pronti a rovinarti»

L’inchiesta tangenti e fondi neri. La rete di informatori al servizio del manager di Mantovani: il fulcro nella rivista online romana vicina ai Servizi segreti
Iil vicequestore aggiunto Giovanni Preziosa (qui in una foto del 20 Febbraio 2013) arrestato nell'ambito dell'inchiesta Baita che lo scorso marzo ha portato in carcere i vertici della Mantovani, il colosso di costruzioni impegnato a Venezia per la realizzazione del Mose, Bologna, 2 Settembre 2013. ANSA / MICHELE NUCCI
Iil vicequestore aggiunto Giovanni Preziosa (qui in una foto del 20 Febbraio 2013) arrestato nell'ambito dell'inchiesta Baita che lo scorso marzo ha portato in carcere i vertici della Mantovani, il colosso di costruzioni impegnato a Venezia per la realizzazione del Mose, Bologna, 2 Settembre 2013. ANSA / MICHELE NUCCI

VENEZIA. Inchiesta fondi neri Baita-Mantovani: un nuovo capitolo si è aperto con l’arresto del vice questore di Bologna Giovanni Preziosa e il suo socio in affari Manuele Marazzi. Preziosa, ex assessore alla Sicurezza nella giunta Guazzaloca e candidato alle europee con An, è accusato di aver incassato 162 mila euro in due tranche per aver fornito informazioni riservate sull’inchiesta.

A far da tramite tra Preziosa e Marazzi era l’altro imprenditore del settore sicurezza Mirco Voltazza, le cui confessioni hanno fatto scattare il blitz: i tre «spioni» lavoravano per la “cricca Baita”, ma ben altri e a livelli superiori hanno cercato di depistare la Guardia di Finanza e il pm Stefano Ancillotto che indagavano sul sistema delle fatture false per creare fondi neri destinati a tangenti. Se questi tre si limitavano a raccogliere notizie sul territorio, a compiere bonifiche ambientali e a verificare nomi e numeri di targa nella banca dati delle forze dell’ordine, a Roma raccoglievano informazioni sullo stato delle indagini. Raccoglievano informazioni usando persone dei servizi che avevano accesso agli ambienti della Finanza.

Tutto ruota attorno alla rivista online “Il Punto” che altro non era che un’agenzia dei servizi segreti. È grazie a quel “giornale” che Baita e soci vengono a conoscenza dello stato delle indagini che li riguardano. Naturalmente pagano il lavoro e parecchio. In due anni versano due milioni di euro. Ma questi non bastavano più e chi tira le fila della rivista pretende che Baita acquisisca il 51% della società editrice proprietaria della rivista spesso in difficoltà e puntualmente salvata dall’intervento dei servizi segreti. È sempre Baita che attraverso alcune sue amicizie romane conosce i responsabili della rivista, o meglio dell’agenzia dei servizi aperta all’interno della redazione.

In particolare Enzo Manganaro, ex carabiniere, e collegamento tra i servizi e il giornale. Una conoscenza che a un certo punto ricatta Baita. Per capire chi è veramente Manganaro Baita si rivolge a Marazzi. Per acquisire informazioni Marazzi telefona a Preziosa che fa accertamenti. Scrive il gip nell’ordinanza: «Dalla telefonata si capisce che Marazzi è preoccupato perché ci sono problemi con un certo Enzo. Dalla telefonata emerge che si tratta di un soggetto coinvolto in una società che ha rilevato un giornale e che minaccia per telefono di rovinarla se la Mantovani non continuerà a finanaziarlo».

Ed ecco la telefonata tra Manuele Marazzi e Giovanni Preziosa in cui i due parlano di Enzo Manganaro.

Preziosa: Vabbè questo che fa?

Marazzi: È legato a quel giornale che loro avevano preso a Roma...In realtà sembrerebbe che questo giornale in accordo con qualcuno che era dentro agli interni (Ministero ndr), non so con chi, serviva ad altre tante cose...E allora adesso è arrivato il momento che se loro (Mantovani ndr) non rientrano dal finanziamento di questi 5 milioni devono prendere il 51% delle quote del giornale...e questo qua gli avrebbe detto...no dobbiamo continuare altrimenti vi spacco il culo...vi rovino...questo qua ha detto non solo non vi do il 51% delle quote ma dovete continuare a finanziare altrimenti faccio un casino...

Preziosa:...perché lo usavano anche loro il giornale per quei motivi...

Marazzi: esattamente...

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