Da oggi Eraclea senza amministrazione, ora si attende il commissario provvisorio
La nomina attesa venerdì dal prefetto Zappalorto, ma potrebbe arrivare un esperto esterno chiamato dal Presidente
MORSEGO - DINO TOMMASELLA -ERACLEA - MESTRE MIRCO SINDACO
ERACLEA. Dalla mezzanotte di oggi Eraclea è senza amministrazione comunale.
Il sindaco Mirco Mestre, ancora in prigione dopo l’arresto per mafia del 19 febbraio scorso, non ha ritirato le dimissioni e quindi il consiglio comunale cade. Domani inizia l’era del Commissario prefettizio a Eraclea, in attesa della commissione ispettiva che valuterà se il Comune era stato infiltrato dalla mafia. Inizia così per Eraclea l’anno del commissario prefettizio. Il Prefetto Vittorio Zappalorto venerdì nominerà il Commissario provvisorio. Dopodiché bisognerà attendere la nomina di quello definitivo da parte del Capo della Stato Sergio Mattarella.
Interpress/GF.Tagliapietra Venezia. 24.07.2018.- VITTORIO ZAPPALORTO prefetto di Venezia
Zappalorto ha già in mente alcuni suoi collaboratori. In pole position ci sono il suo vicario Sebastiano Cento e la dottoressa Piera Bumma. Il primo ha gestito negli ultimi due anni la questione immigrati in provincia di Venezia. Ha trascorso parecchio del suo tempo a risolvere i problemi che nascevano nella ex base militare di Conetta. È stato prezioso collaboratore prima del Prefetto Carlo Boffi e poi dell’attuale Zappalorto. Ha dimostrato una rara capacità nell’evitare che certe situazioni degenerassero.
La dottoressa Bumma, da più anni a Venezia, ha già avuto il battesimo di commissario a Caorle, un altro comune del litorale. Bumma era diventata commissario di Caorle dopo le dimissioni di dieci consiglieri che avevano fatto cadere la giunta Striuli, il 9 aprile del 2015.
La nomina del commissario definito da parte del Presidente Sergio Mattarella, potrebbe coincidere con quella del Prefetto Zappalorto. Non è però scontato e per questo a Eraclea potrebbe arrivare un commissario esterno alla Prefettura di Venezia, come anche un Prefetto in pensione. Per esempio, quando scoppiò il caso Mose a Venezia il commissario era stato nominato esterno e da Gorizia arrivò proprio Vittorio Zappalorto, all’epoca Prefetto nella città giuliana.
Chi ha cercato di evitare che arrivasse il commissario è stato il vicesindaco Graziano Teso, anche lui indagato per mafia. Teso ha sperato che Mestre non si dimettesse. In questo modo, facendo le sue veci, avrebbe governato il paese fino alla scadenza del mandato. Ipotesi improponibile per molti consiglieri comunali. Chi più di altri appoggiava questa eventualità voleva almeno arrivare all’autunno per gestire il Comune nel periodo estivo. In paese, infatti, sono molti a temere un contraccolpo negativo sulla stagione turistica dopo i cinquanta arresti per mafia. —
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