«Da non escludere una rapina degenerata»
La violenza dell’omicida può nascondere motivi di risentimento, come credono gli investigatori. «E però non mi sorprenderei se la scena del delitto fosse il risultato di una rapina degenerata nel peggiore dei modi».
Sono parole di Francesco Bruno (foto), criminologo, secondo il quale nel caso di Lida Pamio potremmo trovarci di fronte a un rapinatore inesperto che ha reagito male in una situazione nelle quale ha totalmente perso il controllo. «Di sicuro è entrato conquistando la fiducia della donna, forse fingendosi un tecnico del gas o qualcosa di simile. Si è fatto aprire la porta e poi si è fatto accompagnare in cucina, forse per controllare qualcosa. E qui può aver minacciato la donna, con il cavo delle televisione, o può aver cercato di fermarla mentre provava a rubare qualcosa». E la maglia alzata e tirata sulla testa?
«Può essere stato un modo per impedirle di urlare» prosegue il criminologo «per evitare il rischio che i vicini potessero sentire le urla dell’anziana. Così come lo scottex in bocca, che si può trovare facilmente in ogni cucina. E lo stesso vale per i coltelli. Può averne presi quattro, uno alla volta, mano a mano che i primi tre si andavano spezzando». Sicuramente un uomo, sostiene Bruno, ma di corporatura media, non troppo robusto «altrimenti avrebbe avuto in tempi più rapidi il sopravvento sull’anziana».
Il rapinatore però se ne sarebbe andato a mani vuote, lasciando anche il portafogli aperto con dei soldi all’interno. Perché? «Perché si è fatto prendere dal panico, dall’angoscia di aver ucciso una donna. Si tratta infatti, in questa ipotesi, di un truffatore di persone anziane e sole. Le conosce e sa dove abitano, e i suoi colpi sono piuttosto semplici. Non si è mai trovato quindi in una situazione di difficoltà come in questo caso, quindi per la paura di essere scoperto perde la testa e comincia a colpire l’anziana, con coltellate. Poi preso dal panico per quanto fatto, scappa». (f.fur.)
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