Da mesi dorme in auto «Datemi un alloggio»
MARGHERA. Ha dormito ovunque, anche davanti alla chiesa di Sant’Antonio e in un magazzino. Ora “alloggia” nella sua vettura «in attesa di risposte dagli uffici delle Politiche residenziali», a quasi quattro anni di distanza dalla richiesta di una casa comunale. Andrea Liccardo, 44 anni, da quattro mesi assunto a tempo determinato come guardia giurata, reclama a gran voce quell’alloggio «che mi spetta, dato che ho presentato domanda nel 2010 e adesso dovrei essere nei primissimi posti in graduatoria».
«Dopo aver ricevuto notizie rassicuranti lo scorso anno», racconta Liccardo, «è da mesi che all’ufficio delle Politiche della casa non mi risponde nessuno. Eppure sono stati loro a spiegarmi che il mio è un caso speciale e che quindi mi spetta l’alloggio comunale».
In effetti anche dagli uffici della Politiche della Residenza confermano che quella di Andrea Liccardo «è una situazione conosciuta e di emergenza e appena ci sarà la possibilità gli verrà dato l’alloggio. Però in questo momento le priorità sono tante e le risorse, purtroppo, poche».
La neo guardia giurata cresciuta a Marghera vive un’odissea che lo costringe al nomadismo dal 2005: è questo l’anno in cui si separa dalla moglie. Avendo avuto due figli con lei di 18 e 16 anni (un altro figlio è nato da una precedente relazione) Andrea Liccardo deve lasciare la casa di Corso del Popolo in cui vive e da qui comincia la sua odissea che lo porta prima in via Aleardi, poi in una roulotte, poi a Catene a 600 euro al mese senza riscaldamento, poi più volte da sua madre, poi in un magazzino, e infine in auto. Durante questo tran tran, nel 2006 gli vengono affidati i figli e la situazione si fa ancora più delicata.
Nel 2010 Liccardo presenta domanda per un alloggio comunale; intanto è ospite di sua madre con il figlio piccolo perché l’altro nel frattempo è finito ne guai e si trova in una comunità di recupero. La situazione precipita a dicembre 2012: «Mio figlio più grande, dopo essere stato arrestato a febbraio, è tornato a casa», spiega. «Mia madre non ha più voluto che stessimo lì e così siamo dovuti andare via».
È questo il momento in cui Andrea Liccardo avrebbe più bisogno di una casa: «Potevo stare sotto un tetto con i miei figli, invece sono stato costretto a dividermi da loro. Nel frattempo mio figlio ha avuto altri problemi con la giustizia. Se fossimo stati assieme probabilmente questo non sarebbe successo».
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