Da Londra a Venezia, gli interessi del tycoon

Royal Wharf, previsti spazi commerciali e complessi residenziali da 3.385 alloggi a est del Tamigi
È dal 2008, tre anni dopo aver acquistato dal Demanio per circa 5 milioni di euro i 40 ettari inquinati dell’area dei Pili, che Luigi Brugnaro con la sua società Porta di Venezia pensa a un grande intervento su quell’area il cui valore immobiliare in questo caso schizzerebbe.


A realizzare un primo progetto per la società fu nel 2010 l’architetto Luciano Parenti, che prevedeva appunto già il Palazzetto dello Sport, ma anche parcheggi, insediamenti ricettivi, commerciali residenziali e anche una darsena turistica in un’area comunque strategica di accesso alla città anche per le caratteristiche di interscambio.


Ora a realizzare quel progetto con le opportune modifiche, sempre che il Consiglio comunale dia il via libera alla necessaria variante urbanistica, potrebbe essere appunto l’imprenditore di Singapore Ching Chiat Kwong, assistito, come nel caso della trasformazione alberghiera di Palazzo Donà, oltre che dalla sua Oxley Holding Limited, anche dalla società Sama Global Italia srl di Villorba. Che nella parte est di Londra nel 2013 ha acquistato dal gruppo irlandese Ballymore, il Royal Wharf Development, un’area di oltre venti ettari, in cui ha realizzato spazi commerciali e complessi residenziali da 3.385 alloggi.


Un’operazione che, con altre caratteristiche, potrebbe riproporre appunto anche per l’area dei Pili, se tutti i frammenti del “puzzle”, compreso quello dei costi della bonifica almeno parziale dell’area, si incastreranno.


Intanto va avanti, pur se con qualche difficoltà, il progetto di trasformazione alberghiera di Palazzo Donà a Santa Maria Formosa, già sede di uffici delle Politiche sociali del Comune, che dovrebbe essere trasformato in un albergo a cinque stelle da 24 camere, con un bar, un ristorante e un’area benessere per i suoi ospiti.


Per realizzarlo la società dell’imprenditore di Singapore ha già sfrattato il negozio di ferramenta che si trovava al piano terra e che si è spostato dall’altra parte del ponte in una nuova sede. Più difficile convincere invece una famiglia veneziana che abita ancora al primo piano con ingresso comune al palazzo che, almeno sino a poco tempo fa, non aveva voluto vendere l’alloggio alla nuova proprietà.


Un problema da superare assolutamente per avere il via libera alla nuova attività ricettiva.


Il nuovo fronte alberghiero per l’imprenditore è intanto Palazzo Poerio-Papadopoli, che dovrebbe iniziare a subire la trasformazione ad hotel, il cambio di destinazione d’uso lo ha già assicurato preventivamente il Comune, non appena il Comando dei vigili urbani si sarà trasferito.
(e.t.)


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