«Da lassù Andrea continuerà a proteggermi»

La toccante lettera d’amore scritta dalla fidanzata dopo i funerali del diciottenne
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - S. MICHELE AL T. - CHIARA LIBERTANI E ANDREA CORRADIN (FOTO TRATTA DA FACEBOOK)
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - S. MICHELE AL T. - CHIARA LIBERTANI E ANDREA CORRADIN (FOTO TRATTA DA FACEBOOK)

SAN MICHELE. Una lettera pubblica carica di affetto e di commozione, una lettera d’amore scritta da Chiara Libertani, in ricordo del fidanzato Andrea Corradin, il giovane di 18 anni deceduto per un cancro lunedì mattina e di cui si sono celebrati i funerali mercoledì nella chiesa di San Michele in un clima di profondo dolore. Una morte che ha commosso l’intera comunità

La vita continua: i compagni di classe dell’Isis Luzzatto di Portogruaro hanno ripreso le lezioni, anche se la testa è altrove. I compagni di squadra del Bibione calcio, stanno pensando alla sfida contro La Salute (società che ha rivolto le condoglianze) valida per la Prima categoria, anche se la concentrazione può avere dei contraccolpi.

E Chiara è lì, a casa, come i genitori e la sorella di Andrea, ad aprire gli sportelli dei ricordi per lenire un dolore così atroce. E la fidanzata Chiara ci ha provato scrivendo questa bella lettera d’amore al suo findabzato che non c’è più. «Andrea mi diceva sempre», scrive la diciottenne Chiara, compagna di scuola al Luzzatto ma coetanea di Andrea, più giovane di lei di qualche settimana, «che aveva paura di morire per poi perdermi; e questo penso che evidenzi bene la persona speciale che era e il bene che mi voleva». «Anzi», continua Chiara, «da adesso uso il presente perché so che da lassù continuerà a proteggermi e ad amarmi come ha sempre fatto e ora fa. Avrei tante cose da dire. Da scrivere su di lui. Andrea è un perfetto insegnante per me. Mi trasmette la forza, il coraggio, ma soprattutto la voglia di sorridere anche quando la vita non lo fa con me. Ricorderò sempre tutto questo. Porto nel cuore lui e il suo sorriso; per sentirlo ancora vicino a me, perché se è vero che lascia un grande vuoto; dentro di me posso essere sicura che lui sta bene e questo è molto importante per me».

Nel giorno del funerale qualcuno in corso del Popolo ha issato uno striscione dedicato ad Andrea, il Leone come lo chiamavano gli amici; nel quale è citato un famoso verso della canzone “Gli angeli”, citata e cantata anche durante le esequie. Andrea non era ancora nato quando dalla penna di Vasco Rossi venne composto sul pentagramma, nel 1996, quella canzone di successo. Ma le parole di Chiara fanno venire in mente versi precedenti e che in qualche modo, riletti tra qualche anno, potranno sembrare profetici sul ricordo di Andy. «Vivere», cantava il Blasco, «è un ricordo senza tempo/vivere e sorridere/così come non l'hai fatto mai/Vivere e sperare di star meglio, come stare sempre al vento/Vivere come ridere/ anche se sei morto dentro/Vivere: è come un comandamento». (r.p.)

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