Da Foggia a Scorzè, il viaggio di Pinuccia «Incarico triennale, poi vedremo»

Il Veneto era la sesta scelta. La prima, la sua Regione: la Puglia. Quindi, quelle più vicine, spostandosi verso nord: il Molise, l’Abruzzo, le Marche, l’Emilia Romagna. E poi il Veneto. Ed è proprio qui che Pinuccia Ametta ha trovato il suo primo incarico da neo dirigente scolastica. Più precisamente, nell’Istituto Comprensivo Galilei di Scorzé. Quattro scuole: Rodari per l’infanzia, le primarie Marconi e Nievo e la secondaria di primo grado Galilei. Per un totale di 233 studenti. «Vengo da Torremaggiore, in provincia di Foggia. Ma, nonostante la distanza, sono molto felice» dice, raggiante. «Ho scelto Scorzé perché è ben collegata a Mestre e a Venezia. E, per chi arriva da fuori, la logistica è il primo aspetto che si considera. Inoltre, Scorzè è una bella cittadina, florida economicamente e vivace».

Il prossimo passo per Ametta - fino a giugno, professoressa di Lettere in una scuola media della sua città - sarà fare le valigie, per trasferirsi al Nord. «Un po’ mi dispiace lasciare la Puglia, ma sono anche piena di entusiasmo. Mio figlio sta frequentando il quinto anno di Medicina in Molise e ho giù appurato che i collegamenti tra Venezia e Termoli sono molto buoni. Ora dovrò iniziare a parlare del mio ruolo da insegnante usando il tempo passato: mi fa un certo effetto, devo ancora entrare nel “ruolo” di dirigente scolastico». Un ruolo che la donna ha voluto e scelto. «Credo molto nella scuola, al contrario di tanti scettici, e penso che possa essere fonte di grande cambiamento. E il motore di questo cambiamento sono proprio i dirigenti scolastici, insieme a un corpo docente ben motivato. Ho scelto il Veneto perché ne avevo sentito parlare bene: degli insegnanti, dei ragazzi e delle loro famiglie. Il mio contratto prevede che rimarrò in questa scuola per tre anni. Se dopo tornerò in Puglia? Non penso al futuro, mi godo il presente. Se dovessi incontrare una realtà che mi dà soddisfazioni e un contesto che mi aiuta a realizzarmi, perché dovrei tornare?». —

L.B.

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