«Da 3 anni solo turni di notte, è vita questa?»

La rabbia dei lavoratori: «Gli stagionali hanno paura e non scioperano»
A sinistra Svetlana Sceteac A destra Filippo Nappi Barbara Tucci e Monia Serci
A sinistra Svetlana Sceteac A destra Filippo Nappi Barbara Tucci e Monia Serci
 Tantissimi lavoratori precari, part time e stagionali ieri non hanno scioperato. Troppa la paura di essere lasciati a casa senza un soldo.
Svetlana Sceteac,
45 anni moldava, invece era presente, con tanto di fischietto per gridare tutta la sua rabbia: «Lavoro per la Coop Service da tre anni - racconta - ma solo di notte, dalle 22 alle 6. Quattro giorni al lavoro e due di riposo, faccio solo le notti per 1.100 euro al mese. Vorrei passare al mattino, ma mi dicono che non c'è la possibilità di ottenere un contratto da otto ore. Così mi tocca continuare a lavorare in questo modo. Ma non posso andare avanti per sempre, questa non è vita, non è possibile non dormire mai». Svetlana lavora per mantenersi e mandare soldi a casa alla famiglia, rimasta nel suo Paese. Altro non è riuscita a trovare. «La notte - prosegue - c'è poca gente in aeroporto, e quindi moltissimo lavoro da fare. Tutto quello che non si fa di giorno quando ci sono i passeggeri in transito».
Monia Serci,
di anni ne ha 42, e lavora in uno dei bar dell'Airest all'interno dello scalo, oltrepassati i gate e i controlli: «Ci spremono come limoni - assicura - vogliono sempre di più. Assumono persone per 40 giorni e poi le lasciano a casa. Sono qui da 16 anni, ho il quinto livello, e con quattro scatti di anzianità prendo 1.200 euro al mese. Anche per andare al bagno dobbiamo alzare la mano». Ieri Monia occupava lo spazio dedicato a chi se ne stava in fila per passare sotto il metal detector, assordando i passeggeri con le vuvuzelas.
Barbara Tucci
lavora sempre nella ristorazione, al Bricco, il bar del primo piano: «Il problema è che ci si adegua alla situazione, manca il personale, siamo sempre meno e ci fanno saltare i riposi. La stessa cosa vale per gli straordinari, specialmente chi ha contratti a termine ha paura e non dice nulla; fa tutto quello che gli viene detto anche se non è giusto, per il timore di perdere il lavoro. Si gioca al ribasso - aggiunge - Viene presa gente sempre nuova e sul più bello, dopo che sono formati e sanno lavorare, vengono lasciati a casa. Noi che lavoriamo da anni, oltre a stare alla cassa, servire i clienti e sfornare pizze e panini, dobbiamo spiegare in continuazione il lavoro ai nuovi arrivati. Lavoriamo 8 ore ma è come fossero 16. Ci faranno morire prima di arrivare alla pensione».  
Filippo Nappi,
58 anni, è assunto dalla Coop Service e si dice fortunato perché è full time e rimane a casa il weekend. «Ci sono moltissime persone messe peggio - assicura - Nel settore delle pulizie manca completamente l'organizzazione del lavoro, si saltano i riposi, le donne devono sobbarcarsi mansioni troppo dure e non assumono. La maggior parte dei lavoratori è a 4, 6 o 7 ore e prende 900 euro al mese».

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