«Cure odontoiatriche fare attenzione ai centri low cost»
Centri low cost, crisi economica, paura e poca prevenzione: questi i nemici principali degli odontoiatri veneziani, in un quadro generale che ha visto finora calare la clientela e aprire nuovi scenari tutt’altro che positivi per la categoria. Nella nostra provincia sono infatti 700, tra odontoiatri puri e chi ha seguito prima il corso di laurea in Medicina per poi specializzarsi.
Tutti aderiscono all’Ordine dei Medici veneziano, e il rapporto con la clientela è sceso da mille a 800 circa persone per ciascun dentista. E se le aperture continue di cliniche a basso prezzo hanno causato sicuramente un effetto collaterale negativo per i professionisti in privato, la prevenzione è una nota oltremodo dolente. Non è un caso se in Europa l’Italia evita solo grazie alla Grecia la maglia nera del settore. «Qui bisogna insegnare ai bambini come lavarsi i denti, come fare di tutto per poter prevenire carie e altri problemi», sottolinea il responsabile degli odontoiatri veneziani, il dottor Giuliano Nicolin.
«I genitori fanno troppo poco e i risultati poi si vedono sulle nostre poltrone. Per questo da settembre entreremo nelle scuole medie del Comune di Venezia per fare in-formazione e prevenzione, insegnando agli alunni le pratiche corrette. Un progetto regionale che poi si sposterà anche nelle scuole superiori con l'uso dei social». L'Ordine sta cercando di fare molto in questo contesto, con incontri per le famiglie e serate a tema, ma i temi caldi sono molteplici. «Partiamo dal ricambio generazionale», aggiunge Nicolin.
«Entro il 2025 il 60 per cento di noi andrà in pensione, e i più giovani non si aprono uno studio in proprio. La burocrazia ci sommerge, e questo non per migliorare gli effetti delle cure. In questo quadro pesantissimo si inseriscono i centri low cost che alle spalle hanno grossi gruppi italiani ed esteri. La gente crede che si risparmi, ma in realtà quello che da noi privati fai in un paio di sedute, da loro ci riesci in magari otto. I conti li abbiamo fatti al millimetro, e non c’è quasi differenza. Fatto salvo che poi dopo 2-3 anni questi centri chiudono, e la gente si trova senza assistenza, e magari con i lavori piantati a metà. Il loro scopo è di vendere più che curare, e le tecniche sono di vero marketing». Anche la fuga oltre confine non fornisce esiti migliori secondo il dottor Nicolin. «Penso a chi va in Croazia abbagliato dal risparmio, e dopo qualche giorno si ritrova con i denti impiantati che gli cadono in bocca. Questo perché certi interventi richiedono tempi lunghi di recupero e vari passaggi, non si può pretendere che una persona in due giorni faccia determinati lavori. Poi questa gente arriva inevitabilmente da noi a chiedere aiuto, e sono tanti, e si deve ricominciare con nuovi costi».
Il responsabile degli odontoiatri veneziani calca poi la mano ancora sulla prevenzione. «È un problema culturale. La gente non si lava i denti, altrimenti certe situazioni non si verificherebbero. Noi lavoriamo per tutelare la bocca delle persone, ma i genitori devono spiegare ai loro figli che la sera si va a letto dopo essersi lavati bene i denti, non succhiando una caramella prima di dormire, perché la notte acidi e zuccheri fanno disastri. Serve anche uno stile di alimentazione corretto. I succhi di frutta sono dannosissimi per i loro contenuti, meglio altro e di naturale per fare merenda».
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