Cura di giardini storici, arriva la laurea
Il caso-scuola del recupero dei Giardini Reali di San Marco - attualmente in corso - “partorirà” presto anche la prima laurea professionalizzante, non solo italiana, di curatore dei giardini storici. Un’iniziativa già avviata con il “placet” del Ministero dei Beni Culturali, oltre che quello del Ministero dell’Università e che avrà come capofila lo Iuav, associato ad almeno altre due università italiane (una sarà sicuramente La Sapienza di Roma) per coprire tutte le competenze necessarie per la nuova figura professionale, come quelle in Agraria e Botanica, che l’ateneo veneziano non possiede.
Le lauree professionalizzanti, di nuova attivazione e che si rivolgono a chi ha già una propria specializzazione, sono meno vincolanti rispetto ai normali corsi di studio di primo e secondo livello.
«L’iniziativa è partita dalla Venice Gardens Foundation» spiega il rettore dello Iuav Alberto Ferlenga «che sta conducendo il restauro dei Giardini Reali di San Marco e con la quale abbiamo già collaborato per il nostro Master in Paesaggio, incentrato in particolare proprio su quell’intervento di recupero. Sarà la Fondazione a finanziare anche la creazione della nuova laurea per la quale stiamo già radunando tutte le competenze, con l’obiettivo di attivarla entro il prossimo anno accademico». Non è escluso - anche se al momento non c’è nessun accordo in questo senso - che le Assicurazioni Generali che già finanziano come sponsor unico accanto alla Venice Gardens Foundation il recupero dei Giardini Reali di età napoleonica, possano partecipare anche a questa nuova iniziativa accademica che parte proprio da Venezia.
«Nonostante la presenza in Italia di una “rete” straordinaria di giardini storici» spiega anche Adele Re Rebaudengo «non esiste oggi una figura professionale che possa occuparsi nel complesso di tutte le competenze, dovendo ricorrere a figure diverse: architetti, botanici, agronomi, paesaggisti. La possibilità invece di creare la figura di curatore di giardini storici porrebbe il nostro Paese all’avanguardia in questa disciplina, e l’interesse del Ministero dei Beni culturali e dell’Università, nasce proprio dalla possibilità di sviluppare questo patrimonio culturale del nostro Paese che unisce valori monumentali ad altri ambientali e paesaggistici. Così come è stata creata una rete di musei statali di primo livello con la riforma dei Beni culturali voluta dal ministro Dario Franceschini, si può pensare anche a un sistema coordinato di giardini storici, con esperti formati a livello universitario che se ne occupino in prima persona, fermo restando il fatto che questi ambienti devono essere prima di tutto a disposizione dei cittadini, oltre che dei turisti come avverrà anche per i Giardini Reali che stiamo recuperando».
Esiste già in realtà in Italia un complesso di 122 giardini divisi tra 12 Regioni facenti parte di Grandi Giardini Italiani, la rete d'eccellenza fondata nel 1997 dall'inglese Judith Wade. La rete si pone come riferimento per il cosiddetto Horticultural Tourism, settore in fortissima espansione grazie al crescente interesse del pubblico italiano e internazionale verso il patrimonio pubblico e privato costituito dagli splendidi giardini all'italiana, spazi verdi suddivisi in modo geometrico spesso arricchiti da veri e propri labirinti di siepi, filari alberati e sculture vegetali.
In Veneto comprende il Giardino Barbarigo Pizzoni Ardemani (Valsanzibio di Galzignano Terme, Padova), Villa Pisani Bolognesi Scalabrin (Vescovana, Padova): il Castello di San Pelagio - Museo dell'Aria (Due Carrare, Padova; la Villa Nazionale Pisani di Stra; Villa Trissino Marzotto a Trissino, Villa Fracazan Piovene a Orgiano, il Giardino Giusti aVerona), Villa Arvedi a Grezzana, il Parco Giardino Sigurtà a Valeggio sul Mincio e il Castello di Roncade nel Trevigiano.
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