Culturista di Mirano indagato per doping

Ivan Baldan, 44 anni, nell’inchiesta dei Nas nata in Trentino e ampliata a tutto il Nordest nell’ambiente del body building
MIRANO. Un atleta di Mirano, Ivan Baldan, di 44 anni, titolare di una palestra in città, è coinvolto nell’inchiesta in tutto il Nordest per doping e utilizzo di sostanze vietate nelle attività sportive. Era il novembre dello scorso anno quando l’altoatesina Karen Mederle, 43enne di Cornaiano, festeggiava un piazzamento insperato: un quarto posto nella categoria “Bikini Fitness” del body building femminile. Ma il finale della competizione per lei era stato amarissimo. Era finita nei controlli antidoping (altri sette colleghi avevano rifiutato di sottoporsi alle verifiche) e i risultati erano stati positivi. Tanto che un mese e mezzo dopo la prima sezione del tribunale nazionale antidoping aveva accolto un’istanza di sospensione cautelare proposta dall’ufficio della procura antidoping, proprio a carico dell’altoatesina. Una positività a sostanze proibite che ha dato il via ad un’indagine del Nas (coinvolti gli uffici di Trento, Brescia, Treviso, Padova e Udine) che ieri sono stati impegnati in una serie di perquisizioni dalla Val di Sole al Veneto, toccando anche il Friuli e la Lombardia. Sono circa 2 mila, al momento le compresse sequestrare, oltre a circa 500 fiale e ad un numero imprecisato di siringhe. Tutti medicinali anabolizzanti secondo il Nas, che sta seguendo questa inchiesta con il coordinamento del sostituto procuratore Davide Ognibene.


Il punto di partenza, dunque Karin Mederle. Che, è bene sottolinearlo, non è indagata, ma sono stati gli accertamenti su di lei che hanno portato ad una palestra di Dimaro, la Body’s Fun. Palestra molto conosciuta e molto frequentata e che ieri è stata perquisita da carabinieri del Nas e della compagnia di Cles. Da Dimaro le indagini hanno quindi portato a Mirano, ad una seconda palestra frequentata anche da numerosi trentini e altoatesini che si sobbarcavano le due ore di viaggio per un allenamento mirato verso il body building.


E legati alle due palestre troviamo i primi due indagati. Si tratta del miranese Ivan Pavan di 44 anni e del trentino Franco Falcone, 42 anni, entrambi accusati di somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica, esercizio abusivo della professione medica e violazione delle norme sul doping. Un quadro accusatorio complicato che tocca anche un terzo indagato, ossia la trentina Katia Bomtempelli, 41enne, compagna di Pavan, accusata di concorso in tutti i reati. Tutti i tre hanno subito ieri delle perquisizioni come perquisizioni sono state fatte (impiegando oltre 100 carabinieri) anche a 27 frequentatori delle due palestre. Il risultato finale è rappresentato dalle migliaia di compresse e centinaia di siringhe che sono ora sotto sequestro.


L’inchiesta segue due filoni. Da una parte c’è la parte del doping con la supposta cessione dei medicinali che non sarebbero stati tenuti all’interno delle palestre ma che sarebbero stati consegnati direttamente all’interessato in base alle richieste. Dall’altra c’è quello delle diete. Secondo i risultati degli appostamenti (numerosi) dei Nas i due preparatori atletici, Pavan e Falcone, avrebbero infatti anche predisposto dei piani dietetici – molto proteici – per gli atleti. Una cosa che i due non potevano assolutamente fare, perché è di appannaggio dei medici, ma che sarebbe documentata da diverse carte, anche quelle sequestrate durante le perquisizioni. Documenti e medicinali che ora saranno analizzati nell’ambito di un’indagine che si potrebbe ampliare ancora.


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