Cultura, scatta la rivoluzione in laguna
VENEZIA. La Rivoluzione è decisa. E scatterà fra un paio di mesi dopo la pubblicazione del decreto Franceschini sulla Gazzetta Ufficiale e la sua registrazione alla Corte dei Conti. La “riforma della Cultura” approvata dal governo Renzi prevede per Venezia novità molto importanti. Sparisce, o comunque viene drasticamente ridimensionata nelle sue funzioni, la Direzione regionale, trasformata in “Segretariato”. Avrà soltanto compiti di coordinamento amministrativo e non sarà più governata da un dirigente di prima fascia. I suoi poteri sono riaffidati alla Soprintendenza per i Beni architettonici, paesaggistici e ambientali. Che assorbe adesso anche le competenze del Polo museale. Nel concreto a Venezia ci sarà un’unica soprintendenza - quella di palazzo Ducale oggi guidata da Renata Codello - che assorbirà, come già successo dal 2005 al 2008, anche la direzione dei Beni artistici e storici.
Cambieranno sede il Direttore regionale Ugo Soragni, già nominato commissario straordinario per la reggia di Caserta e la soprintendente al Polo museale Giovanna Damiani. «È vero anche se non c’è ancora nulla di ufficiale», commenta Soragni, «aspettiamo la pubblicazione. Certo è che le funzioni di controllo della Direzione regionale vengono ridotte. Adesso la soprintendenza veneziana sarà controllata in remoto, dalla direzione centrale del ministero».
Diplomazia che non nasconde una certa delusione. Nel recente passato non sono stati pochi i terreni di scontro tra Soragni e la soprintendente. A cominciare dal Fontego dei Tedeschi, dal Lido, dalla Torre Cardin. La legge Franceschini ha scelto la strada della «riduzione della burocrazia» e del risparmio. Sono 37 i dirigenti di prima fascia “risparmiati” con questa operazione, tra cui 32 soprintendenti e 5 dirigenti centrali. Oggi in Soprintendenza lavorano 45 persone, a queste dovrebbero aggiungersi i circa 70 dei Beni artistici e una parte dei 32 della Direzione regionale.
Il controllo del territorio, in teoria, dovrebbe aumentare e non diminuire. Ma si dovrà attendere l’operatività del decreto e la nuova organizzazione degli uffici veneziani. Di certo c’è anche il cambio di gestione ai vertici delle Gallerie dell’Accademia. Non dipenderanno più dal Polo museale, ma come gli altri 19 grandi musei d’Italia avranno una gestione contabile indipendente e aperta ai privati. Il dirigente potrà essere chiamato anche dall’esterno, grazie al comma 6 della legge che triplica la possibilità di dirigenti esterni passando dal 10 al 30 per cento. Per la direzione della nuove Gallerie si attende il concorso da parte del ministero. Un posto importante dopo i restauri conclusi di recente, l’allargamento dello spazio espositivo di quello che è diventato anche dal punto di vista architettonico uno dei più importanti musei italiani. Nuova organizzazione che dovrebbe scattare entro l’anno. Che prevede, ha assicurato il ministro, un’attenzione forte alla tutela del patrimonio artistico. Ma anche la valorizzazione del settore turistico, per cui sono state create due direzioni autonome che dovranno valorizzare il patrimonio culturale in funzione turistica. Un problema che a Venezia è particolarmente delicato, visto l’assalto di milioni di visitatori ogni anno. Un fiume umano che adesso sarà ulteriormente ingrossato dall’Expo 2015, che da maggio a ottobre potrebbe portare a Milano - e poi a Venezia - altri 20 milioni di turisti. Il ruolo della Soprintendenza si fa dunque ancora più strategico. Non più soltanto tutela dei monumenti e del paesaggio ma anche della città nel suo complesso.
L’incarico dell’architetto Renata Codello scade nel 2016 ma adesso il governo con la nuova legge dovrà valutare eventuali conferme e proroghe dei dirigenti in carica.
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