«Cubo e grandi navi, il giornalista Stella non diffamò l'ex soprintendente»

Il giornalista del Corriere della sera era stato citato per danni da  Renata Codello, bollata come "Mister Magoo". Il giudice ricosce il diritto di critica e condanna lei a restituire i danni, anche agli ambientalisti
Manifestazioni No Grandi Navi e l'ex sovrintendente Renata Codello
Manifestazioni No Grandi Navi e l'ex sovrintendente Renata Codello

VENEZIA . Il giornalista del Corriere della sera Gian Antonio Stella non ha diffamato l’ex Soprintendente Renata Codello, e nei suoi articoli ha esercitato il diritto di critica. Così il Tribunale civile di Milano, presieduto dal giudice Orietta Stefania Miccichè, ha respinto la richiesta di danni presentata dalla Soprintendente nei confronti di Stella e del direttore Ferruccio De Bortoli. Ma anche quella nei confronti di Italia Nostra e Lipu, di Luciano Mazzolin di Ambiente Venezia e dell’attivista Giampaolo Pamio.

Il giornalista Gian Antonio Stella
Il giornalista Gian Antonio Stella


L'ex soprintendente di Venezia dovrà anzi risarcire ognuno con una somma di 13.430 euro, in totale circa 67 mila euro. Codello aveva presentato la denuncia per due articoli firmati dall’editorialista. Il 22 settembre del 2012 venivano contestati i lavori di ristrutturazione dell’hotel Santa Chiara, con la costruzione del “cubo”. Il 25 settembre dell’anno successivo, un altro articolo. In cui Stella attaccava la soprintendente con toni sarcastici, tirando in ballo un’intervista di qualche anno prima sulle grandi navi. «Paragonandola a personaggi di film e dei cartoni animati (Bernardo, servo muto di Zorro e mister Magoo) e chiedendone la rimozione. Una richiesta a cui si erano associate in seguito Italia Nostra, Ambiente Venezia e Lipu. Adesso il giudice ha deciso, considerando gli articoli «espressione del diritto di critica». «Dal concetto di critica», scrive il tribunale citando la Corte di Cassazione, «esula il requisito dell'obbiettività e della serenità».



E, ancora: «Il diritto di critica può essere esercitato anche mediante espressioni lesive della reputazione altrui, purché esse siano strumento di manifestazione di un ragionato dissenso, e non si risolvano in una gratuita aggressione distruttiva dell’onore». «Le valutazioni pur negative del giornalista», conclude la sentenza, «fanno parte del diritto di critica».

Il Tribunale di Milano ha rigettato le richieste risarcitorie dell'ex soprintendente ai Beni architettonici di Venezia, Renata Codello, relative a una lettera critica inviata dalla Sezione di Venezia di Italia Nostra al Mibact nel settembre 2013, nella quale -  ricordando alcuni progetti ritenuti da Italia Nostra «devastanti» e autorizzati dall'allora soprintendente, tra cui il Fontego dei Tedeschi, il raddoppio dell'hotel Santa Chiara in piazzale Roma, imbarcaderi -  l'associazione richiedeva un'ispezione urgente per valutare le effettive capacità professionali di Codello, ritenendola «non all'altezza dell'incarico». «Come sostiene il Tribunale - sottolinea la nota di Italia Nostra, difesa dall'avvocato Massimo Donadi - i rilievi rientrano tuttavia nell'ambito dell»ordinario esercizio di criticà e la sollecitazione di un'ispezione parimenti rientra tra le legittime istanze di qualunque cittadino«

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