Crovato: "Questa volta è stato preso un granchio"

Credo che un granchio si possa anche prendere soprattutto se si lavora molto, ma abolire da parte dell'amministrazione comunale la Fondazione Bevilacqua La Masa non sta né in cielo né in terra.
Centro maree, Ente gondola, Parco laguna sono emanazioni comunali e quindi si può decidere la chiusura, per la Fondazione no.
La povera signora Felicita Bevilacqua La Masa che nel caldo luglio del 1898 firmò da un notaio di Venezia il suo bellissimo testamento, si rigira nella tomba. Lei voleva ricordare il marito, amante degli artisti, per cui lasciò al comune di Venezia (qualche anno prima era nata la Biennale in consiglio comunale) palazzo Ca’ Pesaro e alcuni immobili, più un cospicuo fondo, per i giovani artisti veneziani sconosciuti. Nel 1904 sorse la Fondazione e nel 1908 organizzò la prima collettiva.
È la storia del '900 della città con nomi meravigliosi. Nel 1980, presidente Renato Borsato, venni invitato anch'io, sotto le Procuratìe di San Marco, solo perché da giovane veneziano sconosciuto avevo prodotto una seria documentazione fotografica sui casoni veneti in estinzione nella gronda lagunare. C’era veramente spazio per tutti. La signora Felicita però non era scema.
Fece scrivere al notaio che il comune di Venezia doveva rispettare tali vincoli e l'autonomia della Fondazione, pena il ritorno degli immobili e dei beni, agli eredi del marito. Ebbene gli eredi lasciarono tutto alle suore dell'Asilo Opera Pia del Comune di Bevilacqua, provincia di Verona. Le suore non ci sono più, l'asilo è chiuso, per cui erede oggi come oggi figura il comune di Bevilacqua nel veronese!
Voglio ricordare che il Palazzo Tito, sede della Fondazione, possiede una biblioteca di arte contemporanea di importanza nazionale, collegata Isbn, un archivio giovani artisti con 2000 elementi, un archivio storico che è l'essenza del Novecento artistico veneziano. Dimenticavo: la Fondazione si mantiene con le residenze. Ospita giovani artisti da tutto il mondo che pagano per fare stages a Venezia. Hic stantibus rebus, rimane il granchio che poverino non ha nessuna colpa in questa vicenda.
Maurizio Crovato
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