"Crosta" o capolavoro? Intrigo internazionale attorno al quadro di un nobile
VENEZIA. Quasi una crosta, valutata in Italia circa 15 mila euro, è finita al Metropolitan Museum di New York, che l’ha pagata un milione e 100 mila euro al fortunato antiquario di Madrid che l’aveva acquistata a Venezia. In realtà una crosta non lo era proprio: il “San Pietro penitente” è un olio su tela di 163 centimetri per 114 ed è ormai attribuita al pittore spagnolo Jusepe de Ribera, detto lo “Spagnoletto”, allievo del Caravaggio.
A differenza di tante altre opere, uscite clandestinamente dall’Italia, il dipinto, che stava nella casa veneziana del nobile perugino Ranieri Benedetto degli Oddi è arrivato negli Usa con tutti i crismi, a cominciare dall’autorizzazione all’esportazione concessa dal ministero dei Beni culturali e dalla Soprintendenza veneziana. Proprio grazie a questo, nei giorni scorsi, la giudice veneziana Roberta Marchiori ha accolto la richiesta del pubblico ministero Francesca Crupi e del difensore del nobile di Perugia, l’avvocato Gabriele Civello, mandando in archivio la pesante accusa di falso.
A raccontare l’intera vicenda è lo stesso giudice nell’ordinanza di archiviazione. A suscitare lo scandalo nel 2012, era stato un articolo del Messaggero di Roma, nel quale si poteva leggere che l’importante opera di De Ribera “San Pietro penitente” era uscita dall’Italia con il regolare attestato di libera circolazione rilasciato dal ministero dei Beni culturali poiché ritenuta opera priva di interesse culturale. Il quotidiano romano, inoltre, riportava che l’opera era stata studiata prima della vendita dal professore di Storia dell’arte Antonio Vannugli, che lo aveva poi pubblicato su una rivista inglese sostenendo che si trattava di un dipinto di de Ribera. A quel punto si sono messi in moto i carabinieri veneziani del Nucleo di tutela del patrimonio artistico, che hanno ricostruito l’intero iter.
A dare il via libera all’esportazione era stata una funzionaria della Soprintendenza veneziana, la quale aveva scritto che l’opera era ritenuta di «qualità artistica non eccelsa», e ancora: «abbiamo ritenuto non fosse un’opera di assoluta importanza per la disciplina storico artistica». In questo modo, confermando ciò che aveva sostenuto il proprietario, Ranieri Benedetto degli Oddi, cioè che si trattava di un quadro risalente al diciassettesimo secolo di scuola bolognese con un valore dichiarato di 15 mila euro.
Con il nobile di Perugia, comunque, nella primavera del 2012, dopo aver letto l’articolo sulla rivista inglese, si era fatto vivo il titolare di una galleria di Madrid che lo acquistò per 400 mila euro, rivendendolo poi al Museo di New York per un milione e 100 mila euro. La giudice Marchiori scrive che, se anche il proprietario del quadro, prima di dichiararne il basso valore per ottenere l’autorizzazione, in realtà ne avesse conosciuto l’autore e la reale quotazione, non ha commesso alcun reato, visto che l’opera è stata esportata sulla base del via libera concesso dal ministero dei Beni culturali.
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