«Crolli degli argini, nessuno interviene»
VALLI. Argini colabrodo, abitazioni a rischio allagamenti e colture minacciate da incursioni saline. I residenti di Valli tornano a denunciare pubblicamente lo stato indecente in cui versano gli argini del Novissimo su cui nessuno da anni sta dando risposte.
La rabbia è nuovamente montata mercoledì quando il vertice convocato in municipio con tutti gli enti coinvolti – funzionari del Dipartimento Difesa del suolo della Regione, Genio civile, amministratori del Comune di Codevigo, Provveditorato regionale delle opere pubbliche, unica assente giustificata la Capitaneria di porto – è andato deserto perché si è presentato soilo il comitato – e ieri i residenti hanno deciso di protestare radunandosi sull’argine. Da almeno 12 anni chi abita nella parte nord della frazione denuncia lo stato di precarietà degli argini del canale, compromesso dal moto ondoso e dalle velocità incompatibili con il contesto, tenute da chi rientra alle darsene dopo un giro in laguna. Da aprile a ottobre i transiti nei giorni festivi raggiungono il migliaio, numero destinato ad aumentare dato che dovrebbe nascere nelle vicinanze una darsena da 700-800 posti. A nulla sono valsi gli appelli, le interrogazioni e l’esposto alla Procura presentato nell’estate scorsa dal comitato della frazione.
A confermare la totale indifferenza delle istituzioni (Genio civile, ex Magistrato alle acque, Regione), l’assenza al vertice di mercoledì. «Siamo stanchi e arrabbiati», racconta Giuliano Fiorindo, presidente del comitato, «viviamo con la paura costante che le nostre case siano allagate. In questo periodo per fortuna c’è stata bassa marea, ma se dovessero cambiare le condizioni meteo, la situazione diventerebbe tragica. Le abitazioni sono sotto il livello zero e con un’esondazione del canale sarebbero travolte. La massicciata in più punti è crollata, i pali che reggono l’argine sono erosi, i punti di infiltrazione sono ovunque».
In caso di piena, come è successo nell’ottobre 2012, i residenti monitorano il canale di notte, pronti a tappare tutti i fontanazzi aperti. «Non si può sempre lavorare nell’emergenza», spiega l’assessore all’Ambiente, Elena Segato, «aspettare che capiti l’evento per adottare soluzioni tampone. Qui lo scenario è preoccupante e le istituzioni devono dare delle risposte. Le avevamo convocate proprio per un confronto, per capire chi ha competenza e come intende muoversi. Era già la seconda convocazione (la prima a luglio era stata annullata a causa del tornado in Riviera ndr), è grave che nessuno si sia presentato e si sia premurato di giustificare l’assenza».
Il Novissimo è una minaccia continua per le residenze, ma anche per gli orti. «Con l’alta marea», spiega Alberto Zagolin, di Terraviva, «l’acqua allaga tutta la via arginale (via Novissimo) e si infiltra nelle falde di irrigazione. Quando passano le imbarcazioni da diporto e da pesca si crea un’onda importante che scava alla base della massicciata. Se si moltiplica per 1000 barche al giorno nelle domeniche, per 30 domeniche di bella stagione si intuisce l’effetto».
Elisabetta Boscolo Anzoletti
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