Crolla un barbacane, paura alla Giudecca
Un grosso “barbacàn” in legno si è staccato ieri poco prima di mezzogiorno da un’altezza di tre metri nella zona della Casette alla Giudecca. Il barbacane è caduto da un edificio di due piani di proprietà dell’Ater e destinato ad alloggi popolari.
Il pezzo di legno è precipitato dal balcone di un appartamento vuoto perché non ancora assegnato dall’Ater. Per mettere in sicurezza l’area sono intervenuti i vigili del fuoco del centro storico i quali hanno ritenuto necessario isolare con il classico nastro bianco e rosso anche il balcone di un altro appartamento del palazzo dove è evidente a occhio nudo che le travi di sostegno stanno cedendo in modo pericoloso. E pensare che l’ultimo intervento di ristrutturazione nelle palazzine delle Casette, da parte dell’Agenzia territoriale per le case popolari, risale a meno di 10 anni fa.
Il primo sopralluogo realizzato dai vigili del fuoco ha evidenziato come la trave di sostegno, nella porzione incastrata senza guaina di protezione nella parete del palazzo, fosse marcita, probabilmente a causa dell’umidità, problema che da tempo segnalano anche gli inquilini degli appartamenti, molti dei quali anziani.
Del crollo del “barbacàn” sono stati informati gli uffici dell’Ater ed è probabile che già questa mattina i responsabili del settore manutenzioni dell’ente raggiungeranno l’isola della Giudecca per verificare che cosa possa essere successo, e come sia possibile intervenire. Sul crollo interviene anche l’Asc, l’Assemblea sociale per la casa che alle Casette ha occupato, e sistemato, una dozzina di appartamenti vuoti e da anni non assegnati.
«Da anni la situazione di molte zone del centro storico in cui si trovano i condomìni dell’Ater è a dir poco degradata», spiegano dall’assemblea, «ma questo episodio svela molto dell’inefficienza che da anni denunciamo. Il “barbacàn” crollato infatti interessa un palazzo restaurato non più di nove anni fa. Il legno è completamente marcio, sbriciolato. La lunghezza del barbacane è di circa 80 cm, dei quali solo 12 sono inseriti nel muro del palazzo a sorreggere il balcone, nessuna guaina fra il legno e il muro, viti completamente arrugginite tengono insieme i legni che lo compongono, infiltrazioni che nei piani sottostanti hanno sviluppato crepe, muffe, distacco dell'intonaco interno delle abitazioni, come lamentano i residenti, in soli nove anni».
Secondo l’Asc è per questi motivi che «l’Ater non deve rispondere solo di un danno, ma di una malagestione di un patrimonio cittadino che invece avrebbe potenzialità altissime».
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