Crocifisso transennato dopo il blitz a San Geremia

Sopralluogo dei funzionari della Soprintendenza per valutare l’entità dei danni non coperti da assicurazione. Il 24enne vandalo ricoverato in Psichiatria

È ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale il 24enne di origini marocchine che martedì mattina è entrato nella chiesa dei santi Geremia e Lucia e si è avventato contro il crocifisso. Ne è nata una colluttazione violenta con il custode Sandro Trevisan che, aiutato da tre turisti inglesi, hanno bloccato il giovane in attesa dei carabinieri.

Ieri, nell'edificio religioso, si è assistito a un via vai continuo. Alle 9 sono arrivate le prime quattro persone: un carabiniere e funzionari della Soprintendenza con il fotografo che hanno effettuato il primo sopralluogo. «Hanno misurato il crocefisso del 1700 e scattato numerose immagini al Cristo con il braccio sinistro rotto» spiega il custode. Nella colluttazione sono stati danneggiati anche la Madonnina posta ai piedi di Gesù e i fili elettrici a vista. Ora il crocifisso, che si trova incastrato in un basamento di legno, è in posizione precaria. Pertanto il sacrestano per ragioni di sicurezza ha subito transennato la zona d'ingresso.

Nell'arco della giornata sono entrati numerosi residenti di Cannaregio che, sgomenti, hanno espresso la loro tristezza. «Tutti mi domandano se avevo paura» racconta il custode «Assolutamente no, in quel momento non ho nemmeno pensato che non sono assicurato».

È arrivata anche una telefonata della segreteria particolare del Patriarca Moraglia che voleva delucidazioni sul grave episodio. Una telefonata di solidarietà è arrivata anche da un sacerdote di Albenga, in Liguria. L'intera città è scossa.

Paolo Puntar, ristoratore del Pedrocchi in campo San Geremia, è stato colui che martedì ha chiamato i carabinieri. «Sono arrivati in pochi minuti, è doveroso ringraziarli» premette. Poi racconta: «Ho visto arrivare di corsa il sacrestano. In poche parole mi ha detto che stava accadendo qualcosa di grave. Ho chiamato i soccorsi e sono entrato in chiesa per aiutare. Non c'è stato bisogno. Il giovane che parlava male in italiano e anche in francese era già stato immobilizzato. Quello che è successo è inquietante, è una realtà che sta affiorando. Crea insicurezza in tutti noi che accogliamo il nostro prossimo». Puntar, presidente dell'associazione Santa Lucia, - la chiesa ne custodisce le spoglie - ha proposto un momento di preghiera. Si terrà sabato alle 18.

Nadia De Lazzari

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