Crocieristica, sì ma solo in deroga
Chioggia. Manca il Piano regolatore del Porto. Il sindaco: «Dobbiamo accelerare»
CHIOGGIA. La crocieristica in balia di due vuoti normativi. Sul futuro della marittima passeggeri di Isola Saloni pesano al momento due macigni: l’incertezza sulle competenze con l’esistenza di due autorità (Aspo e Autorità portuale di Venezia) che in parte si sovrappongono e l’assenza al momento del decreto attuativo che indica gli ambiti della nuova Autorità; la destinazione d’uso del Prg del porto in vigore che non prevede la marittima e costringe a operare in deroga ogni volta che deve arrivare una nave da crociera. Un aggravio di burocrazia che disincentiva gli armatori dallo scegliere lo scalo di Chioggia. L’argomento è stato al centro anche del recente confronto tra il sindaco Alessandro Ferro e il presidente dell’Autorità portuale, Pino Musolino.
«Musolino concorda con noi sulle grandi potenzialità del nostro scalo», spiega il sindaco, «e sulla crocieristica che potrebbe svilupparsi sulla linea fluviale, ma al momento a parte la disponibilità formale non può fare granché. Da Roma si attende il decreto che dia piena funzionalità all’Autorità portuale. Al momento ci troviamo in un limbo, con Aspo e Autorità che non sanno come debbono spartirsi le competenze. Il rischio è che nell’attesa tutto si areni». La crocieristica al momento opera in assenza di un Piano regolatore che la contempli. «Ogni volta servono deroghe della Capitaneria», spiega Ferro, «è chiaro che le compagnie di navigazione scelgono porti rodati dove le pratiche sono consolidate e veloci. Le cose potrebbero migliorare non poco con il nuovo Prg del porto su cui dobbiamo accelerare».
Della crocieristica si parlerà anche a Roma il prossimo 7 novembre con la riunione del Comitatone. «Nell’ordine del giorno», spiega il sindaco, «è stato inserito anche un punto sulla crocieristica nella laguna di Venezia. Mi attendo quindi che si parli anche delle potenzialità del porto di Chioggia, non in una logica di concorrenza ma di complementarietà rispetto a Venezia». Se l’ambito commerciale e quello turistico sono in una fase di stallo in attesa che si capisca chi deve e può decidere, un primo segnale positivo dall’accorpamento con Venezia nell’Autorità unica è arrivato nei giorni scorsi con lo spostamento a Venezia di 32 portuali di Chioggia rimasti senza lavoro. «Invece di procedere con contratti interinali o a chiamata», spiega Ferro, «sono stati chiamati i lavoratori di Chioggia che erano a casa».
(e.b.a.)
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