Crocieristica, De Piccoli va all’attacco
Un’istanza inviata al Governo. «Pronti a fare ricorso al Tar se non ci rispondono. Così la procedura è illegittima»
Procedura Contorta. Il nuovo canale, progettato due anni fa e poi abbandonato dall’Autorità portuale, non c’entra. Si tratta invece della scelta alternativa a San Marco che potrebbe essere annunciata martedì nel corso del Comitatone, convocato a Roma per decidere sulle grandi navi. Sembrava scontata – Marghera e Vittorio Emanuele – ma adesso torna in discussione. A tre giorni dall’annunciata decisione, Cesare De Piccoli va all’attacco. L’ex vicesindaco ed ex viceministro ai Trasporti è firmatario di un progetto alternativo, il Venis Cruise 2.0, che prevede la nuova stazione Marittima a San Nicolò, fuori dalla laguna. Idea scartata dal Porto ma approvata dalla Commissione di impatto ambientale e ritenuta idonea sul fronte della sicurezza dall’Autorità Marittima.
«Abbiamo inviato un’istanza urgente al ministro Graziano Delrio e al premier Gentiloni», attacca, «affinché in questa fase istruttoria insieme agli altri progetti sia valutato anche il nostro. In base alla legge, le amministrazioni hanno l’obbligo di valutare le memorie scritte presentate». Invece, niente. Non soltanto il ministero non ha risposto alle richieste – firmate dalle ditte proponenti, cioè la Duferco di Genova e la Dp Consulting srl – ma la nuova istruttoria è stata avviata senza informare i soggetti interessati. De Piccoli, insieme al presidente di Duferco Antonio Gozzi, annuncia di essersi rivolto a un legale, l’ex sindaco di Genova Giuseppe Pericu, per avere chiarimenti. Se la risposta non dovesse arrivare, dicono, «siamo pronti a rivolgerci al Tar».
Nella lunga lista di contestazioni avanzate c’è anche quella di aver adesso sul tavolo per l’approvazione un progetto che era stato bocciato due anni fa dalla stessa Autorità portuale, cioè lo scavo del Vittorio Emanuele. «Allora sostenevano lo scavo del Contorta», ricorda De Piccoli. Dopo due anni il nostro progetto è stato promosso, il Contorta bocciato. Logica vorrebbe che il Venis fosse mandato avanti, al giudizio del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Invece non l’hanno fatto».
Di chi la responsabilità? De Piccoli esibisce due lettere di risposta alla richiesta di accesso agli atti ricevute dal ministero e dall’Autorità portuale veneziane. «Dicono l’una il contrario dell’altra», scandisce, «l’Ufficio legale del Porto di Venezia rifiuta di darci gli atti e consiglia dice di rivolgerci al ministero, perché l’analisi sulla crocieristica inviata a Roma non è finalizzata all’adozione di provvedimenti da parte di questa Autorità». «Il capo di gabinetto di Delrio Mauro Bonaretti dice il contrario. «Trattandosi di documento originato da codesta amministrazione si prega di voler fornire diretto riscontro alle società, valutando l’opportunità di consentire l’accesso agli atti».
«La forma è sostanza», scandisce De Piccoli, «la questione delle crociere muove interessi economici molto forti, ricavi fino a un miliardo di euro. Quindi è chiaro che ci siano pressioni. Ma non dovrà finire come il Mose».
«Il progetto Venis Cruise 2.0», conclude De Piccoli, è il «miglior compromesso possibile per non perdere la crocieristica a Venezia e salvare l’equilibrio della laguna. Possiamo realizzarlo in 26 mesi con una spesa di 135 milioni più le motonavi necessarie a trasportare i croceristi dalla Marittima al Lido. Se non va bene e ne hanno trovato uno migliore ce lo devono dire. Ma devono scrivere le motivazioni. Altrimenti la procedura è illegittima. E siamo pronti a fare ricorso».
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