Cristiani perseguitati. Edifici colorati di rosso

Papa Francesco: «Iniziativa corretta. È importante sensibilizzare l’opinione pubblica su questo dramma»
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 20.11.2018.- Chiesa della Salute illuminata di rosso.
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 20.11.2018.- Chiesa della Salute illuminata di rosso.

VENEZIA. Papa Francesco saluta i giovani pellegrini di Venezia e applaude l’iniziativa di colorare di rosso, seppur solo per una notte, la basilica della Salute. In un messaggio scritto e consegnato ieri al patriarca Moraglia, il pontefice ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica sul dramma dei cristiani perseguitati nel mondo. Anche con un gesto forte, come quello voluto ieri sera dall’associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, che ha trasformato il marmo bianco della Salute nel colore rosso della denuncia verso le discriminazioni religiose. Un gesto simbolico che, come ha spiegato il presidente Monteduro durante l’inaugurazione del ponte votivo, ha fatto di Venezia – dalle 19 a mezzanotte – la capitale mondiale della libertà religiosa: «Il tema delle persecuzioni non affascina l’occidente. Ma il problema c’è ancora in misura drammatica. Il rosso rappresenta il sangue dei martiri che, oltre alla violenza subita, non trovano abbastanza considerazione nell’opinione pubblica».

I riflettori rossi, negli ultimi mesi, hanno illuminato altri luoghi simbolo in Italia e nel mondo, come il Colosseo e la Fontana di Trevi. L’ambizione dell’associazione è far partire da Venezia un messaggio: il diritto alla libertà religiosa è codificato nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. L’iniziativa è stata condivisa anche dal Comune di Venezia. Oltre alla basilica della Salute, altri edifici della città si sono tinteggiati di rosso: il Ponte di Rialto, Ca’Farsetti, Ca’Pesaro, Ca’Rezzonico, palazzo Contarini del Bovolo, la torre dell’orologio a Mestre, il Municipio e la biblioteca Vez. «Sua Santità», continua il messaggio firmato dal segretario di Stato Parolin letto durante il pellegrinaggio diocesano, «auspica che l’iniziativa susciti l’attenzione di tutti al problema delle discriminazioni subite dai cristiani. Vi sono Paesi dove è imposta un’unica religione, altri dove si assiste a persecuzione violenta o sistematico dileggio culturale dei discepoli di Gesù, a scapito della libertà religiosa: diritto fondamentale che va riconosciuto poiché riflette la sua più alta dignità».

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